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Le diocesi contro "Avvenire": sta col premier

Le testate locali attaccano il quotidiano della Cei. Il direttore: accuse ridicole

Le diocesi contro "Avvenire": sta col premier

Roma - Va bene l'emergenza lavoro, va bene l'ossessione per lo spread, però i valori cristiani non possono perdere la priorità. Questo in sintesi il monito che arriva dai giornali diocesani che, a cento giorni dall'insediamento del governo Renzi, puntano dritto al cuore del rapporto governo-comunità cattolica. E lo fanno innescando una sorta di fuoco amico contro le «corazzate» dell'informazione cattolica in Italia, colpevoli di un endorsement troppo sbrigativo all'esecutivo guidato da Matteo Renzi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'intervista rilasciata all'agenzia cattolica Sir dal sociologo Franco Garelli, dove quest'ultimo vede nel giovane premier addirittura un paladino della Dottrina sociale della Chiesa. «La Chiesa - spiega il sociologo - era abituata a pensare che chi si impegnava doveva farlo per promuovere i valori cattolici, mentre lui si impegna in chiave pluralistica, per affermare anche istanze tipiche della dottrina sociale cristiana. Questo è un aspetto curioso della sua personalità e dovrà essere seguito». Il direttore del settimanale triestino Vita Nuova, Stefano Fontana, non ha gradito. E come lui, anche Riccardo Cascioli, che guida il giornale diocesano La Nuova Bussola, che invece se la prende con Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, giudicato troppo tenero con Renzi. Proprio sulla Nuova Bussola Fontana scrive una lettera di profondo sdegno che il collega Cascioli pubblica con ampio rilievo sotto un titolo affatto inequivoco: Sir e Avvenire, che corsa sul carro del vincitore.

«Nei discorsi programmatici di Renzi - scrive Fontana - non ho mai sentito parlare di famiglia, né tantomeno di vita. Gli 80 euro in busta paga sono stati dati individualmente senza tenere in contro la componente familiare».

La lettera si chiude in modo ancor più polemico: «Ma a sorprendere di questa intervista - spiega il direttore di Vita Nuova - non è tanto che l'abbia rilasciata il sociologo Garelli, ma che l'abbia diffusa il Sir, ossia l'agenzia di stampa dei vescovi, e che molti settimanali diocesani l'abbiano automaticamente pubblicata. In questo modo gli 80 euro in busta paga e il divorzio breve sono stati battezzati “cattolici”. In barba al rifiuto di promuovere i valori cattolici». Sulla Repubblica di ieri, Orazio La Rocca raccoglieva le reazioni dei diretti interessati. «Dispiace che simili sciocchezze si leggano su testate cattoliche» replica stizzito Domenico Delle Foglie, direttore del Sir (servizio informazione religiosa). Più morbido Tarquinio: «Mi fa solo sorridere che qualcuno pensi che Avvenire sia salito sul carro del vincitore Renzi». Eppure lo stesso Tarquinio all'indomani del giuramento dell'esecutivo (22 febbraio) aveva regalato a Renzi un'apertura di credito inusuale nel mondo cattolico.

Mentre da un lato sottolineava con favore la riconferma dei ministri dell'Ncd, dall'altro chiosava: «Si cambia musica».

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