DOMANDE & RISPOSTE

Professor Pitruzzella che cosa resta della legge sul legittimo impedimento, dopo questa sentenza della Corte costituzionale?
«Ben poco, nel senso che sarà il giudice a decidere se c’è o meno l’impedimento per il premier e i ministri. E questo vorrà dire che i processi potranno andare avanti più velocemente».
Ma che differenza c’è, rispetto alla situazione precedente, in cui il legittimo impedimento era previsto solo dal codice di procedura penale?
«L’unica differenza è che il giudice, nei casi previsti dalla legge, è tenuto a motivare nel dettaglio perchè respinge la richiesta. Direi che dal punto di vista pratico questo è quasi ininfluente».
Il giudice può sindacare su tutti gli impegni o solo su quelli non espressamente indicati nell’elenco e strettamente collegati con le funzioni di governo perché preparatori o conseguenti?
«Su tutti, dal Consiglio dei ministri all’incontro con l’ambasciatore straniero. Il giudice potrà sempre dire no, questo impegno non è indispensabile proprio quel giorno».
E in questo caso, Palazzo Chigi potrà ricorrere alla Consulta. Così non finirà mai...
«In effetti si aprono nuovi scenari per la Corte costituzionale, perchè proprio a lei torna il pallino. E questo essere sovraesposta mediaticamente su questioni dal peso politico ne svilisce l’autorevolezza. Proprio perché ho grande rispetto per il ruolo della Consulta questo aspetto mi preoccupa».
Anche il referendum dell’Idv resta in piedi.
«Sì, la Cassazione dovrà solo verificare se il quesito va adattato alla legge così come è stata modificata. Ma, c’è da chiedersi, a che cosa serve ormai?».
Vuol dire che potrebbe essere strumentalizzato?
«Il referendum, certo, potrebbe diventare uno strumento plebiscitario, usato dagli uni e dagli altri pro o contro Berlusconi».
Ma lei come la giudica questa sentenza della Consulta?
«La rispetto, come si deve fare in questi casi. Anche se personalmente ritenevo possibili soluzioni diverse. Ormai, però, tutto questo è sterile, appartiene all’accademia».


Che effetti potrà avere il verdetto sul clima politico?
«Il problema è che resta aperto il conflitto tra magistratura e politica. E questo è il punto cruciale nella vita della nazione. Bisogna interrogarsi su come porre fine a questo scontro tra poteri. E non è certo con una sentenza come questa che ci si avvicina ad una pacificazione nazionale».

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