La Procura di Bologna vuole processare il governatore pd dell'Emilia Romagna, Vasco Errani. L'altro giorno il procuratore Roberto Alfonso e il pubblico ministero Antonella Scandellari hanno chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Regione nell'ambito dell'inchiesta sul finanziamento di un milione di euro concesso a Terremerse, cooperativa di Bagnacavallo (Ravenna) presieduta dal fratello maggiore Giovanni, indagato anch'egli. Sul contributo gravano pesanti sospetti di irregolarità, come denunciò per primo il Giornale tre anni fa raccontando l'intreccio familiare che si aggiungeva al già noto asse politica-affari tra cooperative rosse e amministrazioni pubbliche di sinistra.
L'accusa per il governatore è di falso ideologico. Vasco Errani avrebbe fornito agli inquirenti una falsa documentazione per coprire gli abusi compiuti da Terremerse e l'operato della Regione stessa, le cui verifiche sarebbero state ampiamente lacunose, se non del tutto assenti. Più grave l'accusa per il fratello: al falso si aggiunge la truffa aggravata ai danni di ente pubblico. Giovanni si è dimesso dalla presidenza di Terremerse nel 2010, tre mesi dopo lo scoppio dello scandalo. Oltre ai fratelli ravennati, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche due funzionari della Regione per favoreggiamento personale (avrebbero aiutato il governatore a falsificare il dossier), il progettista e il direttore dei lavori della cantina per la quale la coop di Bagnacavallo aveva ottenuto il ricco contributo pubblico, e gli attuali responsabili della società. A Errani senior e altri due indagati il nucleo Tributario della Guardia di finanza ha sequestrato beni per un milione di euro. La nutrita pattuglia si presenterà davanti al gup di Bologna Bruno Giangiacomo il 7 novembre prossimo per l'udienza preliminare.
Che le cose si stessero mettendo davvero male, Vasco Errani l'aveva capito qualche settimana fa. Per arginare l'inchiesta sempre più preoccupante per il governatore, la regione Emilia Romagna aveva chiesto la restituzione della somma erogata più gli interessi, per complessivi 1.300.000 euro. Tuttavia la richiesta di rimborso era stata indirizzata non a Terremerse, che aveva ricevuto i soldi, ma a un'altra cooperativa che nel frattempo aveva acquistato la cantina vitivinicola appena costruita con il denaro pubblico.
Questa acquisizione costituisce una delle irregolarità denunciate: infatti il contributo regionale era legato al divieto per la cooperative Terremerse di rivendere la struttura per dieci anni.
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