E Berlino si arricchisce sulla crisi degli altri Boom dell'export: a novembre superata quota 1.000 miliardi

Mors tua vita mea: davanti alla crisi non tutti sono uguali. Perché c'è chi riesce a guadagnarci: leggi la Germania. La «locomotiva d'Europa» continua a battere record, anche se a spese dei partner, Italia compresa, messi in difficoltà dalla moneta unica, che, impedendo le svalutazioni, ha regalato competitività a Berlino. Ne è la prova l'ennesimo record realizzato dall'export tedesco, che ha superato la soglia di mille miliardi, con un mese di anticipo sulla fine del 2012. Una corsa di cui non si vede la fine, ma si conosce bene l'inizio: il 2002. Dall'introduzione dell'euro, infatti, le esportazioni pro-capite tedesche sono aumentate del 73%, contro il 20% di quelle francesi, il 29% di quelle italiane e il 21% di quelle del Regno Unito. Nello stesso tempo, la bilancia commerciale tedesca ha avuto un avanzo pro capite di 18.800 euro: quella francese un disavanzo di 4.700, quella italiana di 100 euro e quella del Regno Unito di 16.700 euro. In altri termini: il guadagno tedesco equivale alla somma delle perdite delle altre grandi economie europee. Senza contare che Berlino continua a finanziarsi sui mercati pagando tassi prossimi allo zero: un vantaggio competitivo sugli altri Paesi.

Non solo: la Germania ha sì la disoccupazione più bassa in Europa, ma anche un mercato del lavoro estremamente segmentato. Sono in costante aumento i «minijob», che permettono di guadagnare al massimo 400 euro al mese - esentasse - in cambio di poche ore di lavoro settimanale.

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