RomaNella barca che traballa si sono ormai ammutinati in tre: Donadi, Formisano e Evangelisti. Il gruppo dell'Italia dei valori alla Camera non è completamente sfaldato, ma con questi addii (l'ultimo di Evangelisti, ufficializzato ieri l'Idv a Montecitorio è ora formalmente un non-gruppo. Hanno energia da vendere i fedelissimi di Antonio Di Pietro (nel tondo) a ripetere che sono diciotto, o diciannove, e tutto va bene. Il gruppo potrebbe «addirittura lievitare», sussurravano ieri i parlamentari Ivan Rota e Ignazio Messina. In diciannove, secondo il regolamento della Camera, non si è più un gruppo, dal momento che il numero minimo in Parlamento è di venti deputati. Di Pietro è quindi costretto a chiedere una deroga per la sopravvivenza direttamente a Gianfranco Fini. La richiesta verrà senz'altro formalizzata in queste ore, confermano dal partito, e il sì è scontato, dal momento che non esistono precedenti di gruppi sciolti per uno o due deputati, perdipiù a fine legislatura. Di Pietro, comunque, anche ieri ha ribadito la sua intenzione di tirare dritto: il partito non si scioglie, come ripete da quando è esploso il «caso Idv», con la trasmissione Report. Contro l'Italia dei valori è in atto una campagna di delegittimazione «per far credere che sono tutti uguali»: non resta «che delegittimarci facendo credere che anche noi abbiamo preso parte a quella mangiatoia (della seconda Repubblica, ndr). Non ho alcuna intenzione di sciogliere» l'Idv, «come se dovesse vergognarsi della sua storia invece che esserne fiera». Il suo ex delfino, Luigi de Magistris però anche ieri lo ha contraddetto: Tonino dovrebbe mettere «a disposizione la sua storia per un progetto politico più grande». E in serata, ospite di «Servizio pubblico». Di Pietro ha annunciato l'intenzione di voler lavorare per costruire una nuova classe dirigente e fare in modo che la vecchia, me compreso, vada a casa».
Sui numeri a Montecitorio l'Italia dei valori corregge: le dimissioni di Evangelisti, che ha annunciato l'addio in esplicito «dissenso con Di Pietro», devono essere in realtà votate. Il parlamentare toscano ha deciso di dimettersi, infatti, non solo da dirigente del partito, ma «da deputato», a differenza dei colleghi Donadi e Formisano, che passeranno al gruppo Misto. E al posto di Evangelisti subentrerà comunque alla Camera un non eletto dell'Italia dei valori. Per questo nell'Idv calcolano che perdere Evangelisti non equivale a perdere un deputato. C'è poi un'altra novità. In effetti è stato annunciato ieri un rientro nel partito, quello di Giuseppe Vatinno, figliol prodigo che torna dall'Api di Rutelli. La pattuglia dipietrista sarebbe così formata da diciannove deputati. Il gruppo ha comunque bisogno di un aiuto da Fini per stare formalmente in piedi. Sempre che qualcun altro non se ne vada: non è un mistero che Bersani guardi con interesse alla dispersione dell'Idv. E l'ascendente di Grillo, per un riposizionamento futuro, è molto forte sui deputati scontenti.
L'Italia dei valori intanto al suo interno è in tempesta.
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