E i Pm di Parma riprovano a infangare Berlusconi

Escort chiama escort. Da Milano a Parma. Da Ruby a Nadia. Nadia Macrì, una delle ragazze che avrebbero partecipato ai festini di Arcore. C'è pure lei nelle carte dell'inchiesta Public Money che ieri ha dato il colpo di grazia a ciò che resta del Pdl a Parma, oggi «capitale» dei grillini. In manette sono finiti fra gli altri l'ex primo cittadino Pietro Vignali, che era stato costretto alle dimissioni dopo l'esplosione dei primi scandali, nell'estate 2011, e il capogruppo in regione del partito Luigi Villani. Una storia di corruzione e peculato, con 3,5 milioni di beni sequestrati, una delle pagine di malaffare che riempiono le cronache della nostra repubblica, ma in questo caso gli inquirenti vanno oltre e chiamano in causa anche Roma e il gruppo dirigente del Pdl, fino a citare lo stesso Silvio Berlusconi. Vignali, a sentire il procuratore capo Gerardo Laguardia, avrebbe inviato come ambasciatrice la Macrì dal Cavaliere per rinsaldare i rapporti con l'ex premier. Vignali e il Cavaliere si conoscevano già, ma i contatti erano sporadici. E invece a un certo punto il sindaco si trova in grandi difficoltà: esplode l'inchiesta Green Mooney e Vignali comincia a tramare dietro le quinte, cercando attraverso i buoni uffici della nomenklatura pidiellina di delegittimare i pm di Parma. Accuse gravissime, accuse che, al momento, non sono estese ai big del partito, accuse che diventano attuali proprio alla vigilia delle elezioni.
Dunque, Nadia Macrì torna ad Arcore, poi è Vignali, accompagnato da Villani, a raggiungere il Cavaliere che si trova insieme all'avvocato Niccolò Ghedini. Vignali consegna a Berlusconi un dossier sulla procura di Parma nel tentativo di «inquinare l'indagine» e non è un caso, secondo gli stessi pm, che subito dopo arrivino le interrogazioni parlamentari del coordinatore regionale del partito, il senatore Filippo Berselli. Berselli, intercettato, afferma: «Ho fatto un lavoro durissimo». E Villani annuncia a uno dei suoi collaboratori: «Oggi scoppia la bomba», Ovvero, le interrogazioni di Berselli. «Hanno cercato di interferire con le indagini», ripete Laguardia. E sempre Laguardia apre un altro fronte: «Ci sono interrogazioni interessanti sugli attacchi alla pm Dal Monte, per la quale viene sollecitata la pubblicazione di articoli sul quotidiano Libero, per la vicenda del marito». Il consorte, comandante dei vigili urbani di Brescia, aveva fatto richiesta per il concorso a Parma dopo l'arresto del comandante locale Giovanni Maria Jacobazzi.
Insomma, ce n'è per tutti e seguendo la via Emilia si arriva fino a Roma. A Ghedini, al Cavaliere, a Gianni Letta e ad Angelino Alfano: l'allora ministro della giustizia sarebbe stato sollecitato ad inviare gli ispettori a Parma. Sorpresa: in questo carosello di contatti, tangenti, appalti deviati e intrighi fangosi ci sarebbe una parte pure per lei, Nadia Macrì: «Vignali aveva stretto un rapporto diretto con Berlusconi grazie all'amicizia con Nadia Macrì». La escort avrebbe dunque favorito l'avvicinamento fra Parma e Arcore.

E così il tema fa irruzione nella campagna elettorale. Peccato che la procura abbia chiesto gli arresti di questa nuova tranche a fine luglio: il gip ha studiato le carte, «un armadio di documenti», per quasi sei mesi. Un ritardo che può valere molti voti nell'urna.

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