Ecco perché Farage sbaglia ad allearsi con il razzista Grillo

Il leader M5S è un acerrimo nemico di Israele: ha strumentalizzato la Shoah e messo alla gogna la lobby ebraica e alcuni suoi esponenti

Ecco perché Farage sbaglia ad allearsi con il razzista Grillo

Caro Nigel Farage, quando nel dicembre 2011 decisi di abbandonare il Gruppo dei Popolari Europei per aderire al tuo «Europa della Libertà e della Democrazia», lo feci per la condivisione del riscatto della sovranità monetaria e della salvaguardia della nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane. Quando successivamente ho conosciuto Marine Le Pen ho toccato con mano la sintonia di fondo nelle vostre battaglie politiche. Ma sono rimasto deluso nell'apprendere da te che l'intesa politica con la Le Pen non avrebbe potuto esserci a causa dell'antisemitismo presente in seno al suo Fronte nazionale. Realtà che è limitata ad alcuni personaggi, a partire dal padre Jean-Marie, con cui anche recentemente Marine si è scontrata e l'ha sconfessato chiarendo in modo inequivocabile la sua netta condanna dell'antisemitismo. La mia sorpresa è stata ancor più grande apprendendo della tua alleanza con Beppe Grillo perché lui sì che è un vero antisemita e un acerrimo nemico di Israele.
Lo scorso 14 aprile Grillo sul suo blog ha strumentalizzato l'Olocausto nella sua campagna elettorale europea pubblicando un fotomontaggio del cancello di Auschwitz cambiando le parole «Arbeit macht frei» («Il lavoro rende liberi») in «P2 macht frei» («P2 rende liberi»). Il 15 aprile Grillo, durante una conferenza stampa al Parlamento, ha definito Renzo Gattegna, il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, uno «stupido, ignorante e non molto intelligente. Danneggia la Comunità e andrebbe sostituito». Grillo ha denunciato la «lobby ebraica»: «Quando si tocca il potente, queste lobby, le lobby del business. Sono loro che si nascondono dietro certe tragedie. Chi c'è dietro Carlo De Benedetti, chi c'è dietro le banche, dietro la finanza? Questo potere finanziario provoca Olocausti una volta l'anno, una volta al mese, una volta al giorno... Ruanda, il gas in Siria... I sistemi finanziari e bancari causano migliaia di morti ogni anno».
Nel 1996 in uno spettacolo Grillo ha considerato Cesare Romiti, all'epoca presidente della Fiat, peggiore di Adolf Eichmann, il regista dello sterminio degli ebrei: «Chi è il serial killer? Eichmann ha gassato tre milioni di persone per un ideale distorto. C'è uno che gassa milioni di persone per un conto corrente». Grillo paragonò i gas di scarico della marmitta al genocidio degli ebrei, parlò di tre milioni quando invece furono sei milioni gli ebrei vittime dell'Olocausto.
In uno spettacolo del 2000 Grillo paragonò Israele a Attila: «Chi è che gridava “dopo di me non crescerà più l'erba?“ Chi? Ve lo ricordate? Attila. Oggi gli israeliani cosa dicono? Dopo di noi non cresceranno più palestinesi».
Grillo è totalmente schierato dalla parte dell'Iran e contro Israele: «Perché scoppi una guerra è necessario un nemico da odiare. È indispensabile che la macchina dei media manovrata dai governi crei il mostro (...) L'ultimo chiodo nella bara sarà l'Iran, che è l'obiettivo principale di Israele».
In un comizio del 2002, Grillo arriva a legittimare i terroristi islamici suicidi e a denunciare gli americani che sganciano le bombe: «È la guerra dei grassi contro i magri (...) Dicono che i grassi che sganciano le bombe sono coraggiosi, mentre i magri che si fanno esplodere sono dei codardi». Grillo ha persino giustificato l'attentato terroristico di Nassiriya del 12 novembre 2003 in cui persero la vita 25 fra civili e militari italiani: «A trecento metri dalla caserma di Nassirya c'è un pozzo di petrolio e una sede dell'Eni. Ecco perché siamo lì». Il Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif) il 27 febbraio 2013 ha condannato Grillo come «demagogo, populista, controverso, razzista, profondamente antisemita e antisionista».


Caro Nigel, il fatto che in Europa si parli dell'antisemitismo di Jean-Marie Le Pen e non si parli dell'antisemitismo di Grillo non deve portarti ad ignorarlo, soprattutto perché mentre Jean-Marie non comanda più, Grillo guida il M5S da dittatore al di là della pagliacciata delle consultazioni online. Io che lo conosco ti ho avvisato. Se veramente il tema dell'antisemitismo è il discrimine nelle alleanze politiche non dovresti metterci molto tempo a trarre le tue conclusioni.
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