"Ecco perché ho messo il cappellino col sì al referendum". La bizzarra scusa di Bersani

Bersani con cappellino "a sua insaputa" sul referendum, come dice ironicamente l'on. Procaccini, è la fotografia della sinistra che le prova tutte per raggiungere il quorum

"Ecco perché ho messo il cappellino col sì al referendum". La bizzarra scusa di Bersani
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C'era caldo a Roma sabato pomeriggio. E d'altronde non poteva essere altrimenti visto che siamo a giugno. Questa è la giustificazione di Pier Luigi Bersani per aver indossato, e mostrato a tv e presenti, il cappellino del referendum con l'indicazione di votare "sì". "Sono un cittadino semplice. C’era il sole, mi hanno allungato un cappellino e l’ho preso. Se veniva Procaccini e mi dava un Borsalino, mettevo quello", è stato il commento dell'ex segretario del Partito democratico, che ieri si è unito alla manifestazione per Gaza organizzata da Pd, Avs e M5s casualmente il giorno prima del referendum. La foto col cappellino è stata pubblicata anche sui suoi profili social.

Quella di Bersani è una risposta a Nicola Procaccini, co-capo gruppo dell'Ecr al Parlamento europeo, che con un comunicato rilasciato a mezzo social ha dichiarato che "Bersani che si fa intervistare al corteo per Gaza agghindato col cappello che invita a votare Sì ai referendum di domani, è una schifezza morale e legale". Morale, spiega, "perché si strumentalizza il dramma palestinese, di cui evidentemente a Bersani, Conte, Schlein e Fratoianni interessa ben poco". Legale, aggiunge, perché "oggi è giorno di silenzio elettorale. Ma per l’ennesima volta la #sinistra organizza una manifestazione a meno di 24 ore dal voto, incurante della legge che le vieta". La giustificazione di Bersani appare forzata ma non c'erano altre vie di uscita. È pur vero che lui, oggi, non ha alcun incarico nel Partito democratico o politico, ma resta un esponente di primo piano di quel partito, tanto che è stato cercato dalle tv per rilasciare dichiarazioni. L'appello al voto è arrivato anche dal palco, ancora più esplicitamente, violando platealmente il silenzio. E sul Borsalino, la risposta di Procaccini è stata caustica: "Bersani sostiene di aver messo un cappello pro referendum a sua insaputa. E con il solito tono radical chic mi invita a regalargli un Borsalino, che non è esattamente un simbolo del proletariato".

E non è stato solo il centrodestra a farlo notare, ma anche Carlo Calenda, parte dello schieramento delle opposizioni in parlamento.

"Se la destra avesse usato una manifestazione su un dramma umanitario per aggirare il silenzio elettorale, avremmo tutti, giustamente, stigmatizzato questo comportamento", ha dichiarato il leader di Azione, che poi ha aggiunto: "È esattamente ciò che è accaduto ieri. In un referendum con quorum l'invito a votare equivale ad un'indicazione di voto. Il corretto funzionamento di una democrazia non si difende solo quando fa comodo". Colpiti da fuoco amico.

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