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Ecco gli stipendi dei manager pubblici

Quanto guadagnano i dirigenti delle società a partecipazione pubblica? Da Moretti a Sarmi, ecco quanto hanno percepito nel 2012

Ecco gli stipendi dei manager pubblici

Quando si parla di tagli ormai il ritornello è sempre lo stesso: iniziamo dagli stipendi dei manager pubblici. Ora nel mirino degli "anti-Casta" è finito l'ad di Fs Mauro Moretti. Ma tra compensi, doppie cariche e bonus, quanto guadagnano i dirigenti delle società partecipate? C'è da precisare che i dati riguardano il 2012 e che dall'anno scorso alcune retribuzioni potrebbero essere state decurtate in base al tetto introdotto per legge.

Partiamo proprio da Moretti. Nel 2012 ha percepito poco più di 870mila euro (esattamente di 873.666,03). Il presidente di Fs, Lamberto Cardia, invece ha guadagnato 300mila euro, più di Franco Bassanini della Cassa depositi e prestiti (280 mila), ma molto meno di Giovanni Gorno Tempini, ad della stessa Cdp che ha incassato oltre 1 milione.

Ma quello che guadagna di più nelle aziende a partecipazione pubblica non quotate è, Massimo Sarmi, che nel 2012 ha preso oltre 2,2 milioni grazie alla doppia carica di ad e dg di Poste italiane, contro i 900mila euro percepiti dal presidente della società Giovanni Ialongo. Al presidente del Coni, Gianni Petrucci,sono spettati complessivamente 194 mila euro e 336 mila all'ad, Raffaele Pagnozzi. Ancora meglio è andata a Mauro Masi, ad Consap (l'autorità che gestisce i servizi assicurativi della P.A) che ha ricevuto in totale oltre 473 mila euro. Nello stesso ente, il presidente Andrea Monorchio ha percepito poco meno di 226 mila euro.

Tra i manager più pagati c'è anche Domenico Arcuri ad di Invitalia: se l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa ha chiuso il 2012 in rosso, il suo ad ha ricevuto quasi 800 mila euro. Dietro di lui l'amministratore unico di Anas, Pietro Ciucci (750 mila) e quello dell'Enav, Massimo Garbini (poco meno di 503 mila euro), l'ad di Sogin, Giuseppe Nucci (570 mila) e dell'Expo 2015 Giuseppe Sala (428 mila contro i solo 47 mila per la presidente Diana Bracco).

Seguono il numero uno del Gse (il gestore dei servizi energetici), Nando Pasquali (oltre 411 mila). Di oltre 600 mila euro è stata invece la retribuzione complessiva nel 2012 di Maurizio Prato, presidente e ad del Poligrafico e Zecca dello Stato. Alla presidente della Rai Anna Maria Tarantola, in carica dal 10 luglio sono andati invece 140 mila euro. Ben remunerate anche le cariche apicali di Eur Spa nel 2012: oltre 287 mila per l'ad Riccardo Mancini, poco meno di 129 mila per il presidente Pierluigi Borghini.

Nettamente superiori i compensi per le aziende quotate, i colossi dell'industria a partecipazione pubblica. L'ad di Eni, Paolo Scaroni ha visto lo stipendio salire per il 2012 a 6,4 milioni (di cui quasi 5 milioni di bonus), staccando l'ad dell'Enel, Fulvio Conti, i cui compensi sono scesi a poco meno di 4 milioni (con un bonus di 2,5 milioni) ma posizionandosi un pochino sotto il timoniere della controllata Saipem, dove l'ex ad Pietro Franco Tali ha incassato 6,94 milioni comprensivo però della buonuscita dopo le dimissioni per lo scandalo in Algeria nonché un bonus di 2,28 milioni. Per il presidente Eni, Giuseppe Recchi, si è passati nello stesso periodo da 637 mila a poco più di un milione. A Flavio Cattaneo, amministratore e direttore generale di Terna sono andati 2,35 milioni.

Lo stipendio del nuovo presidente di Finmeccanica Giovanni De Gennaro, pur essendo il gruppo quotato, rientra invece nel tetto dei 300 mila euro previsto per i compensi dei manager previsto dal decreto SalvaItalia.

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