"Elly è per la pluralità, Bonaccini no". L'elogio dell'acrobata Santori

Oggi sale rapidamente sul carro della nuova paladina della sinistra. Ma meno di tre mesi fa aveva posizioni molto diverse

"Elly è per la pluralità, Bonaccini no". L'elogio dell'acrobata Santori

Mattia Santori ha fatto il grande salto. Dopo aver criticato e sbeffeggiato il Partito Democratico, con tanto di patetica ‘occupazione’, il volto delle Sardine ha preso la tessera dem. Non una sorpresa, considerate le capriole delle ultime settimane. Tra l’endorsement alla cannabis e l’utopia di uno stadio del frisbee, il consigliere comunale di Bologna – eletto con l’ex odiato Pd – ha annunciato il sostegno a Elly Schlein in vista delle primarie per il post-Letta. Non mancano naturalmente elogi e celebrazioni di ogni tipo: da “outsider di rottura” a punto di riferimento umano e empatico, una ridda di lodi.

"La Vitamina Elly per rigenerare il partito" è lo slogan scelto dal comitato di Bologna per la campagna della Schlein. Santori naturalmente in prima linea: “Credo che Elly porti davvero con sé un ricostituente, questa cosa si respira tantissimo e ha a che fare con la pluralità". I toni sono già quelli del tutti contro tutti, la sardina non ha risparmiato stilettate a Stefano Bonaccini, rivale della Schlein nella corsa alla segreteria dem: "È chiaro che c'è una grandissima differenza tra l'impostazione di Stefano Bonaccini e quella di Elly Schlein. È chiaro che da una parte c'è una pluralità e dall'altra parte c'è una voglia di leadership".

Santori ha dimostrato di essere molto bravo nella gestione di se stesso. Volto di spicco delle sardine, stroncando la sinistra di oggi. Poi l’elezione nel Consiglio comunale della sua Bologna, naturalmente nelle liste della sinistra, del tanto vituperato Pd. Ora l’ennesima “giocata da campione” – degna del miglior acrobata in circolazione – è il riposizionamento nella corsa alla segreteria dem. Leggendo le sue dichiarazioni di oggi, sarebbe naturale pensare a una vita dedicata alle battaglie con Elly Schlein. Macché, fino a meno di tre mesi fa la sardina chiedeva delle garanzie, dei profili di spessore – come Fabrizio Barca e Marco Cappato – per la rifondazione del Pd. "Se oggi mi dicono 'scegli Elly o Bonaccini', io rispondo 'nessuno dei due'", la sua certezza in un'intervista rilasciata il 30 settembre al Corriere di Bologna.

La ricostruzione non è mai avvenuta – in realtà, non è mai iniziata – e i volti sono sempre gli stessi.

Nonostante ciò, Santori ha preso la tessera "del partito tossico" e ci ha messo dai due ai tre secondi a salire sul carro della Schlein, nuova paladina della sinistra radical chic e arcobaleno. Una scelta di cuore? O la mossa perfetta per continuare la scalata?

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