Cronache

Eutanasia ai cani per legge, è protesta

Proposta nella Regione Abruzzo: "I randagi vanno eliminati se costituiscono un pericolo sociale"

Eutanasia ai cani per legge, è protesta

La proposta è apparentemente choccante e infatti ha mandato in fibrillazione il mondo animalista. A causare il sussulto cardiaco, una proposta di legge regionale dal titolo firmata dai consiglieri Verì, Chiavaroli e Capaorale dell'Abruzzo e giù approvata in Commissione. Andasse in porto verrebbe introdotta la possibilità di effettuare la soppressione eutanasica degli animali su richiesta del proprietario «e per fondati motivi di ordine sanitario e/o sociale». Inoltre si potrebbero abbattere i cani «inselvatichiti», ovvero, per andare alla sostanza, fuoco alle polveri sui cani randagi. Naturalmente c'è una sollevazione totale da parte di varie associazioni animaliste, assolutamente contraria a introdurre una sorta di agevolazione sulle eutanasie, da una parte e sulla licenza di uccidere i cani randagi dall'altra.

La normativa sarebbe incostituzionale, per gli animalisti che richiamano la legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo e l'articolo 544 - bis del Codice penale che punisce con la reclusione fino a quattro anni chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale.

Per quel che può valere la mia opinione, sono del tutto d'accordo con i protettori degli animali, per quanto riguarda i cani randagi. Non si vede perché, se catturiamo un cane randagio e lo assicuriamo al canile comunale, questo debba essere ivi mantenuto e curato per tutta la vita, mentre se avvistiamo un cane in campagna e lo giudichiamo inselvatichito, possiamo mettere mano al fucile auotomatico. Va anche detto, a onor del vero, che l'Italia, in fatto di soppressione dei cani, rappresenta un'anomalia nel contesto mondiale ed europeo, in cui, la stragrande maggioranza delle nazioni tiene il cane randagio in canile per pochi giorni, prima di procedere all'eutanasia.

Ma questa potrebbe essere una delle nostre poche foglie di alloro, se solo non avessimo decine di canili che sono dei veri e propri lager dai quali gli ospiti chiedono (almeno penso) di uscire, vivi o morti. Fatto sta che mi sembra illogico consentire la vita all'interno del canile e sparare oltre la rete.

Quanto all'eutanasia dei cani di proprietà gli animalisti affermano che si tratta di un atto medico veterinario che non può essere deciso dal proprietario. Sbagliano. È il legale proprietario del cane che può richiedere l'atto eutanasico per svariati motivi. Certamente non per motivazioni cosiddette «sociali».

Il cane che dà fastidio a un vicino ipersensibile, perché abbaia, non può ovviamente essere abbattuto, mentre sui cani il cui proprietario è entrato in grave stato di disagio economico purtroppo si sta già assistendo a una notevole richiesta di soppressioni E questa è una realtà che si può evitare di guardare ma che è sotto gli occhi di tutti.

Per quanto riguarda il cane che soffre di gravissime malattie incurabili con elevata sofferenza, per fortuna il proprietario può ancora richiedere al veterinario l'eutanasia.

Ci mancherebbe che venisse negato anche questo diritto, così come sarebbe un errore negare la possibilità di soppressione per cani di comprovata pericolosità sociale.

Sono certo che alla fine si troverà un accordo perchè, come sempre, in media stat virtus.

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