Milano - Passi il divieto di mangiare gelati dopo mezzanotte, un'ordinanza ritirata dopo essere diventata una barzelletta nazionale. Passi anche la lite con Dolce&Gabbana («niente spazi del Comune agli evasori fiscali»), a cui gli stilisti hanno reagito con una serrata e un polverone ripreso dai siti web nel mondo. Ieri l'ennesimo strafalcione del sindaco Giuliano Pisapia rischiava di far scendere in piazza mezza Milano. Nel cinquanta per cento dei residenti batte un cuore rossonero, e avrà avuto un'accelerazione leggendo un articolo pubblicato sul Corriere della Sera. «Il Milan rischia di non poter più giocare a San Siro». Per colpa di un cavillo, i diavoli rischiano lo sfratto dallo stadio Meazza. Nel consiglio comunale del capoluogo lombardo sta per approdare un Codice etico dello Sport, per regolare le società che gestiscono gli impianti comunali. Promotori del documento due consiglieri Pd, David Gentili e Anna De Censi, assistiti nell'operazione da Guido Pisapia, fratello-avvocato del sindaco. Tra i vari requisiti richiesti a società e associazioni ci sarebbero i motivi di ineleggibilità alle cariche con funzioni direttive o di controllo, con due possibili declinazioni: escludere chi ha una condanna definitiva superiore a due anni o allargare il blocco a chi ha riportato condanne in generale, anche di primo grado, e a chi è stato interdetto dai pubblici uffici. Apriti cielo. Esplode il caso Milan, che gestisce al 50% con l'Inter lo stadio di San Siro. Sul presidente onorario Silvio Berlusconi pesa la condanna nel processo per i diritti Mediaset e l'interdizione a 2 anni. Scatterà il cartellino rosso per i rossoneri. Per fortuna, già a mezzogiorno il Comune si rende conto dell'autogol. Con una nota l'assessore allo Sport Chiara Bisconti si affretta a «rassicurare i tifosi e i dirigenti, il Milan potrà continuare a giocare al Meazza. Il lavoro del Consiglio su questa carta dei diritti e dei doveri dello sport è prezioso e andrà avanti nelle prossime settimane». Ma questo «non ha nulla a che vedere con il diritto di una squadra gloriosa come il Milan nell'avere San Siro come sua casa naturale, perlomeno fino a quando lo stesso Milan non prenderà decisioni diverse. La questione, per quanto ci riguarda, nemmeno si pone». E «ci mancherebbe altro - è il commento della coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini -. Ogni scenario diverso sarebbe a dir poco assurdo.
Mi chiedo se in Comune si rendano conto del danno d'immagine ed economico causato al Milan e alla città, anche solo per avere fatto insorgere nel più importante quotidiano nazionale il dubbio che il Codice etico nascondesse una norma anti-Milan a causa della discutibilissima condanna subita da Berlusconi. Stupisce l'improvvisazione del sindaco».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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