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Famiglia sterminata: la polizia fa flop

Cnque giorni per confermare che l'anziana trucidata assieme al resto della famiglia in un boschetto vicino a un bel lago, a Chevaline, era la nonna. Suocera di al-Hilli, l'ingegnere iracheno con passaporto inglese in vacanza con la famiglia in Alta Savoia. La madre di sua moglie, pure lei morta ammazzata, insieme con un ciclista che scollinava da quelli parti durante la mattanza. Non c'è che dire, «gran passi avanti» sul fronte delle investigazioni. A sei giorni dal massacro a cui sono scampate per miracolo solo le due figlie della coppia, il pool franco-britannico fa rimpiangere i detective di celluloide. Servono cloni, magari un Poirot e uno Sherlock Holmes per rimediare a tanta incapacità.
Provando a mettere qualche toppa sul fronte mediatico gli investigatori riescono a fare addirittura peggio. Non hanno una pista, uno straccio di movente. Ieri il coupe de theatre che sa di ridicolo, la villetta di Oaken Lane, a Claygate, isolata manco fosse una Santabarbara. Ci abitavano le vittime. Artificieri dell'esercito di Sua Maestà arrivati manco dovessero trovare chili di dinamite, vicini di casa sfollati, un quartiere isolato.

Sembrava avessero trovato non si sa cosa. Fuggi fuggi e fiato sospeso. La sera il laconico comunicato: «Le sostanze rinvenute nell'abitazione della famiglia al Hilli, considerate in un primo tempo potenzialmente esplosive, si sono rivelate non pericolose».

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