Lui, il trionfatore Matteo Renzi, continua a ripeterlo a destra e a manca: «Non sostituiremo un gruppo dirigente con un altro», «non faremo favoritismi», «non metteremo i nostri amici al posto degli amici degli altri», «conterà solo la meritocrazia». Però, siccome siamo in Italia e ha sempre funzionato al contrario, non sono molti quelli disposti a credergli. Bè, dalla sua parte ha già le due milioni di persone che l'hanno votato alle primarie, ma molte altre restano scettiche. Per cui, in attesa di vedere quel che accadrà, anche in Rai, l'azienda pubblica che assorbe come una spugna i cambiamenti politici, ci si interroga su cosa comporterà l'arrivo di Renzi alla segreteria del Pd. C'è già chi vocifera di cambiamenti ai vertici, chi studia come salire sul carro del vincitore, chi scommette che il primo a saltare sarà Mario Orfeo, il direttore del Tg1 ritenuto un «lettiano» di ferro. Chi, invece, dà in partenza il direttore Luigi Gubitosi, arrivato con il governo Monti (ma non inviso all'attuale), e possibile candidato a una delle tante poltrone delle aziende di Stato in scadenza che verranno rinnovate in primavera. Di solito, però, in Rai non bastano delle primarie per sconvolgere i complicati equilibri interni; le caselle vere si cambiano a risultato elettorale avvenuto. E, poi, in viale Mazzini forse non hanno tanta voglia di accogliere a braccia aperte gli «uomini» di un possibile futuro premier che mette tra i suoi punti programmatici quello di privatizzare 7 dei 15 canali Rai (e tutti i dipendenti coinvolti - e le loro famiglie - che fine farebbero?).
Intanto, ieri, sono cominciate le prime bordate. Renato Brunetta, che non perde occasione per attaccare Fabio Fazio (deve stargli particolarmente antipatico), sul suo profilo Facebook ha criticato duramente Che tempo che fa di domenica, reo di essersi collegato in diretta con il discorso da vincitore che stava tenendo Renzi a Firenze, mentre sulle altre due reti maggiori (Raiuno e Raidue, andavano in onda fiction e serie tv, ma c'era di vedetta RaiNews). «Prove di regime renziano da Fazio - ha postato Brunetta - Il direttore generale Gubitosi e quello della terza rete Vianello aspettano in diretta il nuovo padrone. Inaccettabile. Ne risponderà la Rai dinanzi all'Agcom e alla commissione di Vigilanza. Capiamo la cronaca, non che i capi della Rai facciano i valletti d'onore al Nuovo Principe». Insomma, secondo Brunetta, Fazio si sarebbe assicurato il prossimo decennio di contratti. Ma, forse, più di Renzi, valgono i Sanremo sonanti che ha portato a casa...
Comunque, per ora, di renziani di ferro, conclamati e alla luce del sole, tra i dirigenti Rai se ne conta uno: Luigi De Siervo, attuale direttore commerciale, manager che gestisce una fetta molto importante dell'azienda pubblica. Fiorentino, 44 anni, figlio dell'ex presidente della Corte costituzionale Ugo De Siervo, non ha mai nascosto la sua amicizia con il nuovo segretario Pd. Che vanta da prima che Renzi diventasse Renzi.
Lo ha conosciuto tramite la sorella, che lavora nella segreteria del sindaco a Firenze. E lo ha aiutato (senza incarichi ufficiali) nella corsa per la Provincia di Firenze, poi durante le precedenti primarie e ha continuato a essergli vicino anche nelle ultime. Ovviamente, domenica, dovrebbe aver votato per lui. Parla come Renzi, stesso accento, stessa cadenza, stesso uso poetico delle parole, tanto che ti sembra di sentire Crozza...
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