Il Pd parte all'attacco del servizio pubblico. "Il taglio di 10 milioni di euro alla Rai inseriti in Manovra dal governo e il rilancio, da parte del Tg1, di un sondaggio commissionato da Affaritaliani.it che accredita il gradimento della manovra sono due facce della stessa strategia: indebolire il servizio pubblico e piegarlo alla propaganda", è l'accusa lanciata dai parlamentari del Pd membri della commissione di Vigilanza Rai.
Secondo i parlamentari dem "è irresponsabile continuare a sottrarre risorse alla Rai come hanno denunciato anche alcuni consiglieri di amministrazione. Dopo anni di vincoli e riduzioni, - si legge nella nota dei piddini - questo nuovo taglio arriva proprio mentre il servizio pubblico dovrà affrontare appuntamenti straordinari come Olimpiadi e Paralimpiadi, senza risorse certe e programmabili". Tale scelta sarebbe in contrasto con il Media Freedom Act europeo "che impone finanziamenti adeguati e stabili ai servizi pubblici radiotelevisivi". I parlamentari del Pd, poi, ritengono "ancor più grave" che "il principale telegiornale del servizio pubblico rilanci come notizia un sondaggio commissionato da una testata privata, trasformandolo in uno strumento di legittimazione politica della manovra". E ancora: "Il Tg1 non può diventare un megafono del governo". I membri dem della commissione di Vigilanza Rai poi, concludono: "Indebolire economicamente la Rai e usarne l'informazione per operazioni di consenso è una deriva pericolosa che compromette autonomia, credibilità e funzione democratica del servizio pubblico"
Prontamente è arrivata la replica dei componenti di Fratelli d’Italia: "Fa sinceramente un pò sorridere l’attacco dei colleghi del Pd in Commissione di Vigilanza della Rai circa i tagli alla televisione di Stato. Desta davvero un pò di ilarità perché, sotto il governo Meloni, l’azienda televisiva pubblica ha avuto un netto rilancio delle produzioni e degli incassi pubblicitari". E ancora: "Fanno invece meno sorridere le critiche rivolte al Tg1 reo, secondo il Pd, di aver rilanciato la notizia diffusa dalla testata Affari Italiani circa il gradimento della manovra nell’opinione pubblica". Secondo i meloniani "è qui che i colleghi del Pd mostrano il loro vero volto di censori rispetto ad una testata che svolge il proprio lavoro di informazione nell’interesse degli italiani. Senza contare che - aggiungono - la notizia del sondaggio è stata rilanciata non soltanto dal Tg1 ma anche dagli altri telegiornali Rai". Secondo FdI, si tratta di "un attacco, quindi, fazioso e strumentale", a maggior ragione ora che "la Rai è diventata più pluralista di quanto non lo fosse in passato e che, come al solito, questo è un argomento che alla sinistra, abituata a dirigere a proprio piacimento l’informazione pubblica, proprio non va giù”.
Anche Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato e membro della commissione di Vigilanza Rai, sentito proprio da Affaritaliani, attacca il Partito Democratico che "è allergico alla verità". Gasparri spiega: "Se viene diffuso un dato statistico che apprezza un governo che ha creato più occupazione, ridotto la disoccupazione ai minimi, riportato lo spread sotto i 70 punti e l'inflazione sotto i due punti evidentemente alla sinistra dà fastidio perché vorrebbero un'Italia devastata". Secondo Gasparri, "l'Italia è danneggiata economicamente quando governano grillini e Pd" e "quando governa il centrodestra le cose vanno meglio". Il capogruppo di Forza Italia al Senato non usa mezzi termini: "E se un telegiornale della RAI diffonde una rilevazione statistica che è più che attendibile la sinistra si deve rassegnare alla forza della verità". Maurizio Gasparri, poi, ricorda che, proprio grazie al suo impegno e al lavoro del sottosegretario Barachini, "un taglio di 30 milioni nell'arco di tre anni è stato limitato a un taglio di 10 milioni. Del resto - aggiunge - molte amministrazioni pubbliche, ministeri e attività di vario genere hanno avuto indicazioni di una più oculata gestione delle proprie risorse". Gasparrri, poi, osserva: "I 10 milioni per il 2026 per la Rai equivalgono più o meno all'1% del bilancio dell'azienda. Pertanto è una prova assolutamente sostenibile".Il senatore azzurro assicura, infine, che Forza Italia "è impegnata a ripristinare anche questo mini-taglio che è certamente inferiore a quello che altre parti del governo e della maggioranza volevano attuare".
Per la Lega intervengono i parlamentari presenti in commissione Rai: Giorgio Maria Bergesio, Ingrid Bisa, Stefano Candiani, Elena Maccanti, Clotilde Minasi ed Elena Murelli. "Il Pd in affanno non riesce a trovare altro di meglio da fare se non attaccare il Tg1 per cercare un titolo. Difficile per loro pensare che oggi finalmente ci sia pluralismo visti i 15 anni passati nei quali la Rai ha avuto un'unica, sinistra, voce", dicono. E poi concludono: "Ora che si è intrapresa la strada del pluralismo, purtroppo ancora lontano da vedersi su tutti i generi e nella distribuzione dei programmi, al Pd manca il megafono a voce unica cui era abituato".
Infine, Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, critica il Pd che "non sa più a cosa aggrapparsi se, per attaccare il governo, accusa il Tg1 per aver citato un sondaggio commissionato da Affaritaliani".
Lupi non ha dubbi sul fatto che "il Pd vorrebbe fossero censurati solo perché confermano l’apprezzamento degli italiani per quello che sta facendo il governo Meloni" e giudica questo atteggiamento "ridicolo e surreale" anche perché "per l’Osservatorio di Pavia e per l’Agcom il telegiornale diretto da Chiocci è il più equilibrato degli ultimi 15 anni”.