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Amadori nel tritacarne di sinistra. Valditara: "Polemiche squallide"

Il professore, scelto come consigliere per la comunicazione da Valditara, viene bersagliato da sinistra per le sue idee. Il ministro interviene per spegnere le polemiche

Femminicidi, Amadori nel tritacarne di sinistra. Valditara: "Polemiche squallide"
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Docente a contratto di psicologia all'Università Cattolica di Milano, saggista, sondaggista. Non un quisque de populo, né tantomeno uno di quei sedicenti tuttologi che in queste ore stanno discettando di femminicidi e patriarcato senza averne i titoli. Eppure Alessandro Amadori è finito nel tritacarne della sinistra, messo alla gogna dai progressisti prima ancora che iniziasse a lavorare. Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, lo ha scelto per la comunicazione e non, come scritto da alcuni giornali, per coordinare gli incontri nelle scuole sull'educazione affettiva (il piano governativo verrà presentato domani). L'assalto (fuori luogo e immotivato) della sinistra è partito comunque. Tutto ruota attorno a un libro, scritto in passato dal professore genovese, in cui aveva esposto posizioni che i suoi odierni detrattori reputano estreme e sbagliate.

Le frasi nel mirino

"Parlando di male e di cattiveria, dovremmo concentrarci solamente sugli uomini? Che dire delle donne? Sono anch'esse cattive? La nostra risposta è sì, cioè che anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo", aveva scritto il docente. E ancora: "La convinzione che abbiamo maturato nella nostra ricerca è che anche le donne sanno essere cattive, persino estremamente cattive , per quanto in modi e forme differenti da quelli degli uomini". Nel suo saggio, Amadori citava anche esempi di cattiveria al femminile, a partire da alcune figure bibliche e fino a Lucrezia Borgia. "Il diavolo è anche donna", sintetizzava poi nel titolo di un capitolo, peraltro esprimendo un concetto abbastanza basilare: il male non è a prescindere una questione di genere, ma è piuttosto qualcosa che si insinua nell'essere umano.

Il tritacarne della sinistra

Secondo i paladini del femminismo intransigente, tuttavia, quelle argomentazioni sarebbero incompatibili con il ruolo di consigliere. Un po' come accaduto con il generale Vannacci, la sinistra ha mascariato il docente universitario trasformandolo in una sorta di alfiere del machismo più bieco. Il tutto, basandosi su alcune frasi decontestualizzate dal più ampio ragionamento che richiedono certi temi. Così, Amadori è finito sotto il fuoco politico della sinistra. La scelta di affidargli il coordinamento del progetto "Educare alle relazioni" - ha tuonato in particolare la deputata Pd Irene Manzi - "è a dir poco preoccupante".

"Sorprende come su un tema così urgente e drammatico sia stata scelta una personalità che più volte in diversi interventi ha avvalorato tesi delle responsabilità delle donne come causa delle violenze. Tesi che sembrano incompatibili con lo scopo che il progetto deve perseguire"; ha aggiunto l'esponente dem. Duro anche il giudizio della senatrice Pd Cecilia D’Elia, vice presidente della commissione femminicidi e portavoce nazionale delle donne dem: "Rasentiamo davvero la follia, visto che a questo gruppo di consulenti è affidato il compito di coordinare il progetto sull’educazione alle relazioni nelle scuole. Siamo molto preoccupati e il ministro deve al più presto chiarire in Parlamento e spiegare le sue scelte".

All'attacco anche Nicola Fratoianni. "Valditara scelga meglio i suoi collaboratori, non c'è dominazione femminile ma centinaia di donne uccise e migliaia molestate o violentate. È evidente che Alessandro Amadori non può restare al suo posto continuando ad occuparsi di 'educazione alle relazioni' e non può più in generale occuparsi di istruzione dei e delle giovani di questo Paese in ruoli del governo. Un uomo convinto che stia crescendo un pericoloso 'business della dominazione femminile' non può mettere mano alle linee guida che dovrebbero contribuire a salvare le donne dalla violenza maschile. Non può", il segretario nazionale di Sinistra Italiana. Analoghe le polemiche provenienti dai Cinque Stelle, con la richiesta al ministro dell'Istruzione di fornire spiegazioni in Aula sulle circostanze contestate.

Le precisazioni di Amadori

Tirato per la giacchetta e descritto erroneamente con un misogino, è stato lo stesso professore a intervenire sul tema. "Preciso che non ho una consulenza, sono solo un consigliere del ministro Valditara e seguo alcuni progetti all'Istruzione sull'apprendimento", ha premesso Amadori, contattato dall'Adnkronos. Poi il docente ha spiegato il proprio pensiero: "Ho solo sostenuto che anche da parte delle donne c'è una sfera di aggressività, che non è quella criminale dell'uomo, ma porta a valutazioni troppo rigide nei confronti dei maschi". Le donne - ha proseguito il saggista, citando uno dei suoi libri - "usano uno schema quasi antropologico per valutare i maschi, aumentando le distanze tra i sessi. Mentre se da una parte bisogna imbrigliare l'aggressività maschile, dall'altra anche per le donne serve un percorso per arrivare a una vera alleanza di genere".

E ancora: "L'aggressività parte del genere umano, dell'uomo e anche della donna, non si può considerare il maschile come unica forma di ogni male, ogni genere lo esprime in forma diversa". Il professore ha quindi riconosciuto che oggi "c'è una emergenza di quello maschile, ma dobbiamo lavorare sui due generi contemporaneamente, altrimenti non ci sarà soluzione". Amadori ha quindi escluso le proprie dimissioni. "Assolutamente no, se non c'è una richiesta del ministro Valditara", ha detto all'Ansa. Nel libro - ha infine ribadito - "non c'è nessun intendimento anti femminile ma quello di arrivare a una nuova alleanza tra i generi". Il capitolo 'Il diavolo è anche donna', ha aggiunto il professore, respingendo le critiche, "vuole con un'iperbole dire che l'aggressività non è solo maschile ma anche femminile. Non possiamo rappresentare gli uomini tutti cattivi e le donne come tutte buone". "Ci potrebbe essere il rischio" che questa teoria possa giustificare le violenze sulle donne e "sarà mia cura di fare di tutto per evitarlo".

Valditara chiude il caso

A spegnere il caso, il ministro Valditara. "Basta polemiche, anche un pò squallide. In giornate di questo tipo e di fronte a una intenzione così forte e ferma di questo Governo, di questo ministro, ma prendo atto anche dell'onorevole Schlein, di affrontare decisamente questo tema, basta polemiche anche un pò squallide.

Concentriamoci sulle cose importanti e non sulle polemiche".

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