Miuccia Prada è speciale, su questo non ci piove. È anche molto coraggiosa e complicata, una che si perde nei suoi pensieri per poi ritrovarsi esattamente dove voleva: davanti a tutti gli altri. Con la collezione Uomo del prossimo inverno in passerella ieri sera a Milano, la grande signora del made in Italy celebra la normalità ma usa quel suo caleidoscopico cervello per trasformare le pietre miliari dell'abbigliamento maschile da semplici sassetti a fantasmagoriche proiezioni di nuova eleganza. «È una specie di still life di un'immaginaria borghesia» dice della sfilata che ha per set una vera e propria casa con tanto di mobili che tra l'altro sono mock-up, ovvero riproduzioni in scala maggiorata della serie disegnata da Oma, lo studio dell'archistar Rem Koolhas, per Knoll. Lo show si svolge su un palcoscenico sopraelevato con tanto di finte finestre aperte su un panorama proiettato.
Il pubblico seduto su un'isola centrale guarda dentro questa particolare dimora. C'è qualcosa del viscontiano Gruppo di famiglia in un interno, ma anche molto del Grande Fratello non certo dal punto di vista estetico, ma proprio come concetto: un occhio fuori campo che scruta la vita comune 24 ore su 24. Comuni sono infatti a prima vista i giubbetti, le disegnature, i cappotti e i calzoni, tutti modelli che per la prima volta hanno un'aria comoda e capace di contenere diversi tipi di fisicità oltre a quelle previste dal copione del fashion system.
«Abbiamo tentato d'immaginare il perfetto classico di oggi» sostiene Miuccia che infatti ha usato il sapore vintage senza snobberia ma per pura praticità trasformando ad esempio il cosiddetto Valstar (storico giubbetto da cummenda nel tempo libero) in un sorprendente oggetto con altissimi bordi di maglia colorata che stemperano la noia della pelle nocciola. Ci sono tante camicie a quadretti Vicky, dei grossi maglioni in shetland, il cappottone cammello e quei completi giacca e pantaloni così normali da rasentare il banale. Neorealismo meneghino? C'è anche quello perché una mela non cade mai troppo lontana dall'albero che l'ha generata e lei è proprio figlia e nipote della buona borghesia milanese. Ma all'improvviso arriva la zampata del genio e allora Prada scompone tutto in una sublime onda moderna, dona il tocco di colore (azzurro, giallino, un preciso punto di rosso), mette delle stupende scarpe dalle punte esageratamente alte e con la cerniera al posto dei lacci, cambia senza parere le proporzioni e finalmente scongiura il pericolo del borghese piccolo piccolo sempre in agguato quando si affronta l'argomento in questo nostro magnifico paese che solo da poco ha visto la nascita della borghesia.
«In fin dei conti i borghesi sono gente che ha voglia di leggere e studiare» dichiara con la forza tranquilla di chi non ha paura delle sue azioni passate, presenti e future. Anche Massimiliano Giornetti, talentuso designer di Ferragamo, riesce a comporre un ottimo lavoro sul bel vestire normale: giacche e cappotti dalle giuste proporzioni (un po' over, visto che in questa stagione lo smilzo proprio non va), pantaloni stretti ma non incollati al corpo e soprattutto un po' cortini per far vedere le stupende scarpe tipo boots, grosse sciarpe dotate di fibbia per allacciarle come si deve al collo e dei montoni belli da fermare un orologio.
Nel suo caso, però, l'uso dei colori scuri (petrolio, blu black, asfalto bagnato) fa subito pensare alla notte in una delle metropoli industrializzate: una visione cromaticamente perfetta alla Blade Runner. Interessante anche l'uso d'inserti in nylon o neoprene sui capi, come se quest'uomo fosse costretto ad affrontare pioggia, vento, i rigori della vita all'aria aperta anche in città.
È un concetto molto moderno che affascina anche Italo Zucchelli, geniale designer del lato uomo di Calvbin Klein.
Sportswear e formale si fondono quindi nella sua moda con un sapiente uso di nuovi materiali (la spina di pesce in neoprene trattato a caldo, il pied de poule che si fonde nello spinato, la pelle accorpata alla rete) e con forme strepitose soprattutto nel caso dei pantaloni pieni di tasche ma con un aplomb del tutto diverso dai calzonacci attrezzati degli sportivi.
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