Ferrara-Rai, è rottura: "Chiudo Radio Londra, mi hanno mobbizzato"

L'addio dopo lo stop alla prima puntata sul caso Polverini. Il direttore di Raiuno Mazza: "Unica soluzione"

Ferrara-Rai, è rottura: "Chiudo Radio Londra, mi hanno mobbizzato"

Un pasticcio diventa l'appiglio per mettere fine a una questione aperta da tempo. Da parte di entrambi i contendenti: da una parte Raiuno, dall'altra Giuliano Ferrara. Il direttore del Foglio, con il suo piglio sbrigativo, ha comunicato ieri la chiusura di Qui Radio Londra, la trasmissione-pillola in cui commenta ogni sera dopo il Tg1 gli avvenimenti d'attualità. Un appuntamento che - sostanzialmente - era stato voluto in Rai per dare espressione a un pensiero vicino all'area di centro-destra (anche se il pensiero di Ferrara è solo di Ferrara), ma che ha incontrato problemi di audience. Risultati che al giornalista non sono mai interessati. La sua posizione è sempre stata chiara: «Mi è stato chiesto di fare un programma. Io lo faccio come lo so fare. Se lo vogliono bene, altrimenti lo chiudano. Senza problemi da parte di nessuno».
Dunque Qui Radio Londra doveva ripartire lunedì scorso, ma è successo un incidente. Il giornalista (la trasmissione viene registrata un po' prima della messa in onda) aveva chiesto le dimissioni della Polverini, la presidente della Regione Lazio. Solo che lei, proprio pochi minuti prima dell'orario della trasmissione, si è dimessa. Dunque i dirigenti della Rai hanno deciso di togliere la puntata visto che ormai i fatti l'avevano superata. Ferrara ha letto questa decisione come l'atto finale della guerra contro il programma da parte del direttore di Raiuno Mauro Mazza (che più di una volta ha detto pubblicamente che Qui Radio Londra provoca problemi agli ascolti del prime time del primo canale). Ferrara non ha più voluto registrare alcuna puntata e non si è più fatto vedere in Rai, chiedendo un colloquio con il direttore generale Luigi Gubitosi prima di decidere se continuare. Poi ieri ha spiegato (come si legge in una nota sul Foglio in edicola oggi) di essere stato oggetto di un «grottesco e prolungato mobbing da parte di un funzionario Rai. Tutti lo sanno». «È un problema piccolo piccolo, una perdita di tempo - aggiunge -. Ho sempre detto che non voglio lavorare per un editore che non è dalla parte del mio lavoro. Mi sembra normale. Ho molte altre cose da fare che mi interessano. Non recrimino e non ho nulla da pretendere. Ringrazio i collaboratori e saluto cortesemente il pubblico della mia rubrica. Non chiedo altro che questo: essere lasciato in pace. Mi infastidisce anche solo l'idea di essere trascinato in una rissa a sfondo televisivo. Fine delle trasmissioni. Punto».
Arriva subito la replica del direttore di Raiuno. «Ferrara? Non so con chi ce l'abbia. Io non sono un funzionario, sono un giornalista, direttore di Raiuno pro tempore». «Sono un direttore - prosegue Mazza - che lunedì sera di fronte a una registrazione superata dagli eventi ha preso, nella irreperibilità dello stesso Ferrara, l'unica decisione possibile. Una decisione che avrebbe preso anche il direttore del Foglio».
Comunque sia, ora Ferrara ha chiuso la questione. A meno di ripensamenti, la trasmissione non andrà più in onda. Ora staremo a vedere se, senza l'inserto di Qui Radio Londra, la prima serata di Raiuno riconquisterà terreno sul fronte degli ascolti: l'anno è partito male. E non si possono certo imputare al direttore del Foglio insuccessi come lo show Per tutta la vita o i problemi del giochino dei pacchi che, troppo sfruttato negli anni, sta perdendo spettatori.

Intanto, insieme alla prima serata di approfondimento di Raidue che avrebbe dovuto partire a settembre (al posto di Annozero, ma non si è trovata una soluzione valida), si spegne un'altra voce informativa in un momento molto importante vista la campagna elettorale imminente.

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