L'operazione pulizia di Papa Francesco allo Ior dà i primi effetti: bloccati 2.091 conti anomali, chiusi rapporti con oltre 3mila clienti. Risultato: un crollo, anzi un tracollo, dell'utile dell'Istituto per le Opere di Religione, che ieri ha pubblicato il bilancio 2013. A pesare sui conti l'utile è passato da 86,6 milioni di euro nel 2012 a 2,9 milioni di euro nel 2013 la «forte diminuzione del valore dell'oro, gli oneri di natura straordinaria e le rilevanti rettifiche sul valore dei fondi di investimento gestiti da terzi negoziati nel 2012 e inizio 2013», cioè gli investimenti sbagliati dalla passata gestione, tra i quali anche il prestito alla Lux Vide e uno di emergenza a fondo perduto di 11 milioni concesso alla diocesi di Terni per appianare un buco di bilancio. Nella sua ultima nota da presidente, Ernst von Freyberg proprio oggi si annuncia il passaggio di consegne al neo-presidente dello Ior, il finanziere francese Jean-Baptiste de Franssu (nella foto) - si toglie qualche sassolino. Il crollo dell'utile nel 2013 c'è stato, è vero. Ma è da ricondurre alla passata gestione. «Senza tali rettifiche il risultato di esercizio sarebbe stato circa 70 milioni di euro», si legge nella nota. Comunque inferiore di 16 milioni rispetto al 2012.
Ciò che invece l'avvocato tedesco von Freyberg porta a casa è la fine della fase 1 della riforma dello Ior: vagliati tutti i conti, indirizzati i principali casi ereditati, conseguita la trasparenza, ottimizzate le procedure operative. Fase 1 che ha portato alla chiusura di 2.600 conti da tempo non operativi, dormienti, e sui quali sono stati riscontrati saldi di minima entità, e alla cessazione di rapporti con 396 clienti in seguito alla decisione del Consiglio di Sovrintendenza di restringere le categorie di clienti dell'Istituto, che ammette ora ad operare solo istituzioni cattoliche, dipendenti o ex dipendenti del Vaticano, ambasciate e diplomatici accreditati presso la Santa Sede. Il presidente uscente, che per 16 mesi ha occupato una delle poltrone più scottanti in Vaticano, si dice soddisfatto per aver conseguito «un risultato molto positivo» nella prima metà del 2014: «Si registra un utile netto di 57,4 milioni di euro». Questa mattina in Vaticano si tiene una conferenza stampa ai massimi livelli per presentare le conclusioni della riforma avviata da Papa Francesco delle strutture economiche della Santa Sede. Per lo Ior si apre una nuova fase. Dopo decenni di scandali e polemiche dal crac del Banco Ambrosiano alla maxi-tangente Enimont, dallo scontro con la Banca d'Italia al defenestramento di Ettore Gotti Tedeschi fino all'arresto di monsignor Nunzio Scarano l'Istituto dovrebbe avere un ruolo più circoscritto, secondo rigorosi standard etici e trasferire molte attività all'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica, la vera «banca centrale» vaticana.
La conferenza stampa di oggi potrebbe annunciare anche l'istituzione di una nuova Segreteria vaticana per la Comunicazione. Per il ruolo di presidente si fa il nome di Chris Patten, politico britannico, ultimo governatore di Hong Kong prima dell'indipendenza.
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