Fini senza pudore: ora fa la predica a chi cambia casacca

Il leader Fli obbliga i candidati della sua lista a firmare un "documento anti tradimenti". Poi si vanta coi nemici del Cav: "L'ho disarcionato io"

Il presidente della Camera Gianfranco Fini
Il presidente della Camera Gianfranco Fini

Roma - Occhio ai cambi di casacca, dice Gianfranco Fini. E, poi: gli italiani mi siano grati perché sono stato io a fare cadere Berlusconi. Però, attenzione: è stato lui a cacciare me. Forse un po' a disagio nella collocazione centrista, il leader di Fli rilascia l'intervista clou della sua campagna elettorale a Repubblica. Ma i suoi equilibrismi appaiono spericolati quanto quelli dei tempi di Montecarlo, quando guadagnò l'appellativo di «cognato di Tulliani».

Un obiettivo è chiaro. Sostituire il Pdl di Berlusconi. Ma, bruciate le simpatie di centrodestra, è necessario attingere voti dall'unico bacino possibile, cioè quello degli elettori di sinistra, cercando di incassare il dividendo della caduta del governo Pdl-Lega. «In politica la gratitudine non esiste ma se oggi c'è Monti è perché qualcuno si è assunto l'onere di svelare che il Re era nudo». Chiaro il messaggio: Fli non ha tanti voti, ma gli oppositori di Berlusconi si ricordino di me, perché l'ho disarcionato io. Un po' meno chiaro, almeno all'autore, l'effetto di una frase del genere per gli elettori del Pdl, che gli rinfacciano proprio di non essere stato grato con chi lo ha aiutato quando era leader del Msi, cioè Silvio Berlusconi.

«Fini senza vergogna, in vita sua ha cambiato così tante casacche che non basterebbe un guardaroba per contenerle», commenta Daniela Santanchè, che avverte il premier: «Monti si è portato in casa un traditore e presto ne pagherà le conseguenze». Il coordinatore Pd Sandro Bondi, osserva che è proprio per avere abbandonato il Pdl che «tutti i suoi elettori lo hanno abbandonato, relegandolo a comprimario».

A scatenare i commenti più feroci contro il presidente della Camera però è stata un'altra affermazione. Quando Fini ha spiegato che i candidati delle liste di Fli e Udc, oltre a quelli della lista unica al Senato, firmeranno un documento di intenti nel quale si impegnano «a non cambiare casacca nel corso della legislatura».

Replica Micaela Biancofiore: «Fini non conosce la parola pudore, ha distrutto la maggioranza forte del Paese cambiando casacca, consegnandolo a un governo di tecnici lontani dalla sovranità popolare che lo hanno gettato nel baratro, numeri alla mano». L'ex An, Maurizio Bianconi, osserva: «Fini predica bene e razzola male». Con il documento anti cambi casacca chiede ai suoi di fare «il contrario di quello che fece lui e che avrebbe voluto che anche noi fedelissimi facessimo».

Ancora più duro Massimo Corsaro, ora in Fratelli d'Italia: «Fini che accusa altri di incoerenza è da trattamento sanitario obbligatorio. Quanto poi al fatto che dichiara di non capire chi ha scelto Fratelli d'Italia, nulla di nuovo sotto il sole: da anni non comprende più il linguaggio del centrodestra».

Fini loda l'agenda Monti, la fine del bipolarismo muscolare (pare di sentire un Pier Ferdinando Casini d'annata) e dice (riprendendo Monti) che l'accordo va trovato con i

«riformisti», quelli «che si riconoscono nell'agenda Monti, sia di Pdl sia del Pd. Ma senza Berlusconi, che non vede nemmeno al Quirinale. Insomma l'Opa ostile sul Pdl è lanciata. Da un partito che potrebbe non raggiungere il 2%.

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