Politica

Fini tace ma un applauso scaccia ogni timore

Il vicepremier cauto: «Aspettiamo risultati certi ma credo nei miracoli». Ronchi: «Sconfitti gli exit poll». Il partito va oltre il 12 per cento

Fabrizio de Feo

da Roma

C’è chi si abbandona ai facili entusiasmi e grida vittoria prima del tempo. E chi attende pazientemente, staccando la spina ed erigendo un muro di rigoroso riserbo. A Via della Scrofa il thriller elettorale viene vissuto con il massimo distacco, con una sola parola d’ordine ripetuta come un mantra: «prudenza». Il pressing dei giornalisti è continuo ma si infrange sistematicamente sulla resistenza di Salvatore Sottile, portavoce di Gianfranco Fini, deciso nel ribadire che i commenti arriveranno soltanto in presenza di un quadro definito. «Non commentiamo finché non avremo un risultato certo che equivale almeno al 50 per cento delle proiezioni dei seggi» insiste Sottile. Una previsione poi smentita dai fatti, visto che l’infinito testa a testa notturno imporrà di prolungare il silenzio molto oltre questa soglia percentuale.
La parola d’ordine viene rispettata da quasi tutti gli esponenti del partito. Le bocche dei leader restano cucite anche se dopo lo choc dei primi exit-poll, con il passare delle ore, il clima si rasserena nel quartier generale romano di An. E il boato di applausi che accompagna la quinta proiezione del Senato dà il segno di un ottimismo sempre più manifesto. Al terzo piano del partito restano asserragliati il leader Gianfranco Fini, il ministro Gianni Alemanno, Francesco Storace insieme ai fedelissimi e alla moglie del ministro degli Esteri rimasta tutto il pomeriggio a seguire i dati. Ma con il passare delle ore l’atmosfera va cambiando. Se infatti il viceministro Adolfo Urso, commentando gli exit poll, ipotizza che in caso di sconfitta della Cdl «bisognerà partire da subito con serenità e responsabilità per il grande partito unico del centrodestra», dopo l’ultima proiezione al Senato il portavoce di An, Andrea Ronchi, scende dai piani alti e, tra la selva di telecamere e giornalisti, manifesta ottimismo. «Gli exit poll sono stati clamorosamente battuti - dice soddisfatto il portavoce di An - come vedete i dati che stanno arrivando confermano il nostro iniziale ottimismo. Siamo avanti nei seggi al Senato. Sono molto importanti i dati che arrivano da certe regioni, attendiamo adesso lo spoglio della Camera». E a raccontare l’umore di Alleanza Nazionale contribuisce anche il direttore del Secolo d’Italia e candidata di An, Flavia Perina. «Il partito - dice - è contento e ringalluzzito. Ora siamo fiduciosi sulla Camera perché i giovani hanno sempre votato per il centrodestra».
Ignazio La Russa, trincerato dietro un sorriso ironico, consiglia a tutti di continuare a coltivare la virtù della pazienza. «Con i se e con i ma la storia non si fa, consiglio a famiglie italiane, che sono interessate, di prepararsi panini e bibite perché fino a tarda notte non sapremo niente. Lo sapremo alla prossima puntata». Gianfranco Fini non fa dichiarazioni ufficiali. Ma a chi lo chiama al telefono dice scherzando: «Credo nei miracoli». Poi, nella tarda serata, uscendo per partecipare a un vertice a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi, il leader di An si rivolge ai giornalisti, sorride e li apostrofa così: «Avete capito perché non ho commentato gli exit poll? Avete visto che non sono scappato?».
Le parole a mezza bocca e le riflessioni accennate si soffermano, ovviamente, sul risultato elettorale di An e su quel 12,7% che, se confermato, suonerebbe come un successo per il partito di Via della Scrofa, scacciando via clamorosamente lo spettro della «cannibalizzazione» da parte di Forza Italia. Un pericolo che dopo lo sprint finale di Silvio Berlusconi in campagna elettorale molti avevano paventato. «La rimonta della Cdl parte dalla grande manifestazione di Napoli» sostiene Mario Landolfi, spiegando le sensazioni di questa strana giornata elettorale. «Noi siamo soddisfatti anche se aspettiamo il dato definitivo. In ogni caso ritengo sia necessario creare l’associazione vittime degli exit poll». Fiducioso si mostra anche Gianni Alemanno. «Credo che siano smentiti i sogni di facile vittoria dell’Unione. Siamo testa a testa, gli italiani hanno votato secondo coscienza e noi siamo fiduciosi».
Riccardo De Corato, senatore di An e vicesindaco di Milano, proietta, invece, il risultato sulle prossime amministrative. «La Cdl vince soprattutto al Nord nonostante il risultato della Lega non sia molto positivo. Si registra un forte avanzamento del centrodestra in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli. Io sono estremamente soddisfatto per Milano. Se oggi si fosse votato per il Comune, Letizia Moratti sarebbe sindaco. Non credo che lo scenario si modificherà nelle prossime settimane. Nonostante la maggior parte dei mass media ci siano contro. L’ex prefetto - continua De Corato - non ha portato nulla all’Unione.

Milano rimane città di centrodestra anche grazie all’amministrazione Albertini che ha dato un quid in più».

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