Auto, moto e camion si identificano attraverso una targa, che in pratica equivale a un pin, visto che ogni veicolo a motore è assimilato a un bancomat dal quale prelevare quanto serve per coprire i buchi di amministrazioni che fanno acqua da tutte le parti. Non è certo una novità, i prelievi più o meno ufficiali e legittimi sono continui, ma almeno oggi arriva un'ammissione ufficiale. Dal Ministero dei Trasporti sono infatti usciti pareri critici su un paio di argomenti tra i più spinosi, come l'uso dei finti autovelox e le sanzioni per l'insufficiente pagamento delle tariffe di parcheggio all'interno delle strisce blu. Purtroppo, però, i pareri non sono stati accompagnati da un adeguamento normativo tale da cancellare ogni dubbio e possibilità di diverse interpretazioni. Così, una volta di più, si annunciano momenti difficili per chi cercherà di dimostrare di essere vittima di un sopruso.
Da tempo circolava la voce che una sanzione piena per una sosta con ticket scaduto, magari di pochi minuti, fosse eccessiva, e ora è arrivata l'ufficialità. La dichiarazione del ministro Maurizio Lupi ha chiarito che il pagamento insufficiente non può essere considerato come una violazione di una norma di comportamento, ma una semplice «inadempienza contrattuale», sanabile con il pagamento del saldo della tariffa. Un chiarimento accolto con piacere dagli automobilisti, che ha tuttavia scatenato le ire con motivazioni differenti, dei comuni, delle associazioni dei consumatori e ha suscitato perplessità nei tecnici delle polizie locali. I sindaci contestano la legittimità delle sanzioni applicate poiché i Comuni hanno la facoltà di gestire la sosta e di conseguenza applicare la penalità con un regolamento comunale se la sosta si protrae oltre l'orario per cui è stata pagato il ticket. Il Codacons vuole sapere dal Ministero come saranno gestite le infrazioni rilevate negli ultimi due mesi, che dovrebbero essere tutte annullate. Le polizie locali lamentano invece una larga approssimazione giuridica delle dichiarazioni, visto che il buco normativo deve essere necessariamente risolto dal governo con regole precise, e non lasciato alla discrezionalità dei comuni. Per Lupi la questione è però chiusa: «Non serve una norma, perché sia il Ministero dei Trasporti sia il Ministero dell'Interno hanno verificato che l'interpretazione della norma è molto chiara e quindi per noi il caso è chiuso. Mi auguro che per una volta non si complichi la vita ai cittadini e le amministrazioni pubbliche facciano il loro dovere». La palla passerà quindi ai Giudici di Pace, che vedranno crescere esponenzialmente i ricorsi, con esiti tutt'altro che scontati.
Ma gli attriti tra il Ministero e i Comuni non si esauriscono qui. In attesa di una presa di posizione sugli agguati con i misuratori di velocità su tratti di strade locali concepiti come trappole per ridare ossigeno alle casse, è arrivata una presa di posizione sui finti autovelox sempre più presenti ai lati delle arterie nazionali. Quei totem verniciati in un colore arancio brillante hanno il solo scopo di deterrenti, dato che possono svolgere la funzione di rilevamento della velocità istantanea solo nel caso sia presente un agente che ne verifichi il funzionamento. In caso contario, se contengono un dispositivo autovelox, sono da considerare fuorilegge. Ora si precisa che, proprio per il fatto di essere dei semplici contenitori vuoti non possono essere inquadrati in nessuna categoria di dispositivo o di segnaletica ufficiale.
Di conseguenza non possono essere omologati, autorizzati o approvati, ma al contrario possono rappresentare un ostacolo fisso, anche se posizionato al di fuori della carreggiata. E, invece di scoraggiare gli tenti dal piede pesante, rappresentano più concretamente un pericolo in caso di sinistro, soprattutto se sono coinvolti dei motociclisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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