Fiorito in un giorno si «regala» 80mila euro

Ferruccio de Bortoli, il direttore del Corriere della Sera, è stato condannato civilmente per diffamazione nei confronti di Ricucci, il furbetto del quartierino. Per un articolo che non aveva scritto, ma di cui comunque è stato considerato oggettivamente responsabile. Gian Antonio Stella si è beccato una condanna civile, sempre con FdB, per un pezzo che riguardava un magistrato. Due pm napoletani hanno avuto giustizia civile nei confronti di Vespa che si era limitato a riportare in un suo libro il passo di un'intervista a Vito Gamberale, che le due toghe hanno ritenuto, con successo, diffamatorio. Ezio Mauro, direttore di Repubblica, si è beccato una condanna penale, tramutata in una pena pecuniaria da 2.800 euro, per aver diffamato il senatore Bubbico. E persino Travaglio ha perso una causa civile con Previti.
Insomma, pensatela come vi pare, ma non c'è giornalista sulla faccia della penisola che non abbia avuto una condanna, un procedimento aperto o quanto meno una minaccia di querela per diffamazione. Fa parte del mestiere. Talvolta facciamo delle baggianate incredibili ed è giusto pagarle. I direttori per di più sono responsabili anche per quelle commesse dai propri redattori: sette giorni su sette, vacanze, malattie e fidanzate comprese, devono sempre essere lì a vigilare sulle possibili minchiate di terzi, di cui sono, per legge, oggettivamente responsabili. Una follia.
Ma c'è un solo caso per il quale un direttore rischia di finire in galera. E riguarda il direttore del Giornale. In primo grado la vicenda era finita come finisce per tutti: condanna con multa di 5mila euro. Un po' più di Mauro, ma ci accontentiamo. In appello la multa diventa 14 mesi di reclusione. E se la Cassazione non dovesse trovare qualche vizio di forma, da giovedì mattina Sallusti sarà a San Vittore. Sì, avete capito bene: in cella. Oltre alla pena spropositata (speriamo di non venir querelati, ma trattasi di opinione che ci auguriamo sia ancora concessa), nella sentenza è stato deciso che il direttore del Giornale è un criminale pericoloso, che può reiterare il reato, cioè esprimere nuove opinioni, e dunque non può godere della condizionale. Che gli abbuonerebbe i primi 24 mesi di condanna.
Tutto ciò per Sallusti non vale. Qualche cretino brinda al nemico in galera. Molti (giornalisti e non, sinistra e destra) si dicono preoccupati.

In cella giovedì non finisce solo il direttore del Giornale. In cella finisce una libertà sacra in una democrazia occidentale.
È facile difendere un'opinione quando è simile alla nostra. Dovrebbe essere vietato metterla in galera quando non lo è.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica