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Fioroni gela Schlein: "Il suo Pd non ha appeal"

L'ex ministro dell'Istruzione, Beppe Fioroni, commenta i risultati elettorali del Pd, partito da cui è uscito quando Elly Schlein è divenuta segretaria

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Quando lei ha lasciato il Pd, alcuni esponenti del nuovo gruppo dirigente hanno commentato in maniera sarcastica: “Va via Beppe Fioroni? Bene, ne arriveranno cento in più”. L'ex ministro dell'Istruzione, però, evidentemente non era il problema principale.

I risultati delle amministrative dimostrano che alla fuoriuscita dei centristi e di alcuni riformisti non ha corrisposto un aumento degli elettori. Lei cosa ne pensa?

“I dati dei recenti risultati dei ballottaggi sono due: la sconfitta del Pd e il calo drammatico dei partecipanti al voto. Con una battuta si può dire che hanno vinto le elezioni quelli che sono rimasti a casa. Questo significa che l’offerta politica non è adeguata e non è vero che gli elettori “non ci hanno capito”. L’insegnamento che ci arriva da queste elezioni è che il Pd è divenuto un partito di sinistra-sinistra e che funge da idrovora verso gli altri piccoli alleati alla sua sinistra, rubando loro i consensi ed entrando in competizione sul piano della radicalità con i Cinquestelle. Tutto questo produce la sconfitta della coalizione, tensione tra possibili alleati e porta il Pd a essere un partito di sinistra molto solo, molto arroccato e molto chiuso. È, dunque, necessario che nasca, in vista delle prossime elezioni Europee, una nuova proposta politica che si rivolga a chi non si riconosce né nella Meloni né nella Schlein”.

Al di là delle percentuali che può raggiungere un eventuale movimento o partito centrista, questo atteggiamento di chiusura del Pd verso i moderati ha respinto gli elettori moderati?

“Un partito di sinistra come quello della Schlein non ha appeal nei confronti di una massa di elettori che restano a casa perché non si riconoscono né in questa destra né in questa sinistra. Quando io sono uscito dicendo che quella non era più casa mia è la dimostrazione che quella non appartenenza è simile a quella di tanti elettori che non si riconoscono in questo Pd”

Secondo lei, come ci arriverà la Schlein all’appuntamento delle Europee?

“Che cosa farà la Schlein non mi riguarda. Il problema non è il segretario, ma il fatto che quel che sta creando è un campo stretto. Per la democrazia di questo Paese è necessario che si realizzi una proposta politica nuova, inclusiva, dinamica e accogliente che sia in grado di dare risposte e di essere attrattiva per chi oggi non va a votare”.

Questa nuova forza politica, poi, con chi dovrebbe allearsi?

“Oggi serve guardare alle Europee dove vige il proporzionale e dove una nuova forza attrattiva può dimostrare di esistere.

Solo dopo aver fatto questo potrà compiere le proprie scelte”.

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