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Fischi, insulti, urla: l'intolleranza dei cortei del 25 aprile

Negli ultimi anni la Festa della Liberazione si è spesso contraddistinta, nelle piazze, per episodi di pesanti offese rivolte a chi veniva considerato non "ortodosso" all’antifascismo

Fischi, insulti, urla: l'intolleranza dei cortei del 25 aprile

Ma quanto sono "democratici" a sinistra quando si tratta di celebrare la Festa della Liberazione. E, soprattutto, quanto sono bravi - a parole - a rendere il 25 aprile una giornata unitaria. La realtà, però, è spesso stata tutt'altro. Si fa fatica a trovare un anno in cui non ci sono stati fischi, contestazioni, insulti, spintoni o vere e proprie cacciate fisiche dai cortei da parte dei militanti "antifascisti" che vedevano nell'altro una persona che non meritasse di essere presente in piazza. Un nemico che doveva stare il più possibile alla larga dai "duri e puri" della Resistenza. Nemmeno, poi, l'avessero combattuto loro, tra l'altro. Nel recente passato numerosissimi sono stati gli episodi d'intolleranza sotto questo punto di vista.

Bossi scortato da un senatore Verde

Il 25 aprile 1994 - raccontano le cronache di allora - all'angolo tra piazza Venezia e corso Buenos Aires, spuntò un gruppo di 200 persone con le bandiere della Lega: subito partirono insulti e non solo. Quella sera a Milano Italia su Rai3, condotta da Enrico Deaglio, un militante leghista si alzò e disse "Guardate, ci hanno tirato anche sassi così". Umberto Bossi marciava insieme a Rosy Mauro ed era stato riconosciuto: piovvero sonori fischi e cominciarono a crearsi dei pericolosi contatti. Una reazione della folla incontrollata avrebbe provocato pericolosi incidenti. Per evitare una degenerazione improvviso del corteo della Festa della Liberazione, a placare gli animi ci pensò Franco Corleone. L'ex senatore dei Verdi Arcobaleno, compagno di banco di Bossi a Palazzo Madama, ricordò quella scena: "Non ci pensai un momento e mi precipitai accanto a lui e facemmo insieme tutto il percorso. Fu impegnativo spiegare il senso della mia scelta ai contestatori".

I vergognosi insulti al padre della Moratti

Il 25 aprile 2006 dimostrò tutto il suo straordinario aplomb Paolo Brichetto Arnaboldi, padre dell’allora candidato sindaco di Milano per il centrodestra, Letizia Moratti. Nonostante gli 86 anni e le precarie condizioni fisiche, l'eroe della Resistenza decise di partecipare a quella manifestazione, accompagnato sulla propria sedia a rotelle dalla figlia, mentre in corso Vittorio Emanuele la Moratti veniva bersagliata da vergognosi insulti per 15 minuti abbondanti ("Fuori dal corteo i fascisti", "Vuoi rovinare Milano come hai rovinato la scuola"). A caldo, l'ex ministro dell’Istruzione impartì una vera lezione di libertà e di democrazia a tutti gli incivili presenti: "Non ho mai avuto paura, avevo messo in preventivo le contestazioni, ne è valsa la pena. Dobbiamo continuare a credere nella democrazia e in democrazia c'è posto anche per i fischi. Il nostro Paese deve continuare a lottare per un futuro fatto di tolleranza e di comprensione".

I contrasti tra Anpi e Brigata Ebraica

Quella delle contestazioni anti-ebraiche al corteo del 25 aprile è una storia che, purtroppo, si ripete da tempo. È capitato nel 2015, così come nel 2016, nel 2018, 2019 e 2022. Sei anni fa fu addirittura necessario un cordone di sicurezza per la Brigata Ebraica. Il copione è sempre lo stesso. Non appena arrivano in piazza, un gruppo di persone accolgono i manifestanti della Comunità urlando frasi come "Assassini", "Palestina libera, Palestina rossa" e mostrando spesso uno striscione piuttosto eloquente: "Contro l'imperialismo e il sionismo, con la resistenza palestinese. Al fianco dei popoli che lottano". E ancora: "Fuori i sionisti dal corteo", "Israele fascista stato terrorista". All'origine dei contrasti fu la decisione dell'Anpi di fare di questa data la festa di tutte le liberazioni: da qui i fischi verso Israele, considerato l'oppressore dei palestinesi. Ecco perché è ormai da anni che l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e la Comunità ebraica organizzano due manifestazioni distinte.

"Nazisti": le urla agli ucraini

Sempre a Milano - un anno fa - diversi contestatori avevano accolto il passaggio di uno spezzone del corteo del 25 Aprile che esibiva bandiere ucraine al grido di "nazisti". Ma c'è ben poco da sorprendersi per questi atteggiamenti intimidatori, perché dal passato Facebook del capo Anpi, Gianfranco Pagliarulo, era appena rispuntato un fiume di propaganda e fake news filo-russe e di odio per l'Ucraina Pagliarulo arrivò a proclamare falso che l'aereo di Malaysia Airlines sia stato abbattuto dai russi sopra l'Ucraina nel 2014: "Toh, la verità sta venendo fuori: l'aereo NON è stato abbattuto dai cattivi filo-russi, ma dai buoni governanti di Kyev. Cioè i nazisti", scriveva nel giugno di quell'anno. Nel disastro perirono 208 civili, di cui 80 bambini, soprattutto olandesi, e l'inchiesta condannò i militari russi colpevoli. La propaganda di Mosca ovviamente buttò la colpa sugli ucraini, e lo zelante Pagliarulo si allineò. "Gli olandesi cercano malamente di accreditare la tesi di Kyev!". Per lui l'Ucraina ha causato "una spirale di violenza innescata da un oscuro cambio di regime sostenuta da forze esplicitamente neonaziste". A Mosca, invece, le cose andavano molto bene: "Il messaggio che mi sembra voglia dare Putin è che mentre l'Ue peggiora, la Russia migliora". Si intuisce dunque che per lui la mission putiniana di "denazificare" l'Ucraina andrebbe estesa anche alla Ue.

Il 25 aprile di contestazione anche per il Pd

Infine, proprio negli ultimissimi anni, si è arrivati addirittura a contestare il Partito Democratico. Nel capoluogo lombardo, all'arrivo di Enrico Letta nel corteo. Alcune persone avevano esposto uno striscione con scritto "Cacciate Draghi servo della Ue e della Nato" mentre alcuni dimostranti urlarono slogan come "Servi della Nato" e "Il 25 aprile non è una ricorrenza. Fuori il Pd resistenza". Nello stesso giorno, Gianpietro Campani, coordinatore di +Europa a Reggio Emilia, raccontò: "La celebrazione della giornata del 25 aprile a Reggio Emilia è stata turbata da episodi di intolleranza rivolti alla delegazione di +Europa, presente al corteo cittadino. Gli amici, in testa Stella Borghi, sono stati fatti oggetto di scherno perché al seguito portavano le bandiere: americana, inglese, della brigata israeliana: nazioni che diedero un forte contributo alla liberazione del nostro Paese dal giogo nazifascista, lasciando sul terreno di guerra un grande numero di loro giovani, periti per la nostra libertà". Insomma: gli stessi che chiedono a gran voce che i membri del governo di centrodestra si unissero a celebrare l'antifascismo, si rivelano poi coloro che insultato nel corteo del 25 aprile degli esponenti del Pd. Figuriamoci che cosa potrebbe succedere con una partecipazione di politici di Fratelli d’Italia.

Ma del resto, per i manifestanti rossi, si tratta di "democrazia".

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