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Flop della sinistra radicale: ritirata sulla maxi-sanatoria

L’opposizione abbandona la Commissione dopo aver tentato il blitz contro il reato di clandestinità

Flop della sinistra radicale: ritirata sulla maxi-sanatoria

Da Cutro a Roma: la sinistra radicale, antagonista ed extraparlamentare guidata da Elly Schlein capitola. È la Caporetto per coop rosse, associazioni ed enti no profit. La resa si materializza poco dopo le 14 in commissione Affari Costituzionale della Camera quando le opposizioni abbandonano la seduta, aperta dal presidente Nazario Pagano e nella quale vengono incardinate le due proposte di legge della Lega che puntano a reintrodurre alcune misure dei decreti sicurezza.

Nella stessa commissione il Pd di Schlein aveva provato a inserire l’esame della proposta di legge «Ero straniero», di Riccardo Magi: una norma che, se approvata, spalancherebbe le porte dell’Italia a un’invasione di massa.

Sanatorie, abolizione del reato di clandestinità, permessi di soggiorno illimitati e voto agli immigrati: questi i punti cardini della legge nata su iniziativa popolare e fatta propria della leader del Pd.

La sinistra batte in ritirata. Intuisce che l’aria non è buona. Nelle stesse ore il governo Meloni in trasferta a Cutro vara il maxi-provvedimento che da un lato inasprisce le pene contro gli scafisti e dall’altro rilancia l’istituto dei flussi. Le opposizioni optano per la fuga. A gambe levate dalla commissione. Avendo la certezza che la loro proposta di legge non ha alcuna chance di essere approvata.

La mossa si trasforma solo in uno spot di buonismo e demagogia. Un classico copione che però serve ad alzare un po’ di tensione alla vigilia della riunione del Consiglio dei ministri. La sinistra fugge. Ma i lavori vanno avanti a Montecitorio. Il Pd urla: «Una nuova inaccettabile forzatura da parte della maggioranza a cui abbiamo reagito abbandonando i lavori della commissione insieme alle altre opposizioni. Alla base della nostra scelta la decisione della destra di voler incardinare in commissione la proposta leghista che sostanzialmente punta alla reintroduzione dei fallimentari decreti sicurezza voluti da Salvini quando era ministro dell'Interno e da noi modificati nella scorsa legislatura. Tutto ciò a pochi minuti dal consiglio dei ministri che si riunisce a Cutro e che affronta questi stessi temi. Sarebbe stato logico e persino ovvio rinviare questa discussione, come abbiamo chiesto, dopo aver conosciuto le decisioni di oggi del governo e dopo l’abbinamento anche della proposta di Magi che ha ripresentato la legge di iniziativa popolare “Ero straniero” da noi sottoscritta.

Ma evidentemente pesano le divisioni all'interno della maggioranza.

Confrontarsi con forze politiche che tengono questo atteggiamento irrispettoso delle opposizioni diventa ogni giorno più difficile» - attaccano la capogruppo dem alla Camera Debora Serracchiani e la capogruppo in commissione Affari costituzionali, Simona Bonafè. Il presidente della commissione Pagano rimette la decisione del rinvio a Igor Iezzi (Lega), relatore e firmatario della proposta di legge, il quale insiste e, dopo un acceso dibattito e un ufficio di presidenza, i lavori proseguono. Dal fronte della maggioranza il deputato di Fdi Manlio Messina ribatte: «Alle giravolte del Movimento 5 Stelle eravamo abituati, un po’ meno ai salti mortali del trasformismo». Mentre nel Terzo Polo avanzano dubbi sulla scelta di accordarsi ai diktat di Schlein.

Ora si ritornerà in commissione la prossima settimana. Quando ci sarà una richiesta di abbinamento delle due proposte di legge presentate dal Carroccio sullo stesso tema.

I compagni di Elly studiano la fuga bis.

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