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Berlusconi fa votare la fiducia ma gli scissionisti vogliono la spaccatura

Dopo il braccio di ferro a Palazzo Madama, Formigoni prepara lo strappo: "Diamo vita a un soggetto autonomo". Stessa scena alla Camera: 26 deputati si staccano. Ma il Cav prepara la contromossa: una raccolta di firme per cambiare il nome del gruppo in "Forza Italia - Pdl"

Berlusconi fa votare la fiducia ma gli scissionisti vogliono la spaccatura

"Berlusconi è un uomo esasperato, giustamente esasperato, umanamente addolorato di fronte al tentativo che lui sente su di sé di liquidare la sua figura e la sua storia ed è a questo punto che i cattivi consiglieri hanno avuto la meglio e, in un momento di esasperazione, l’hanno spinto a fare delle scelte che abbiamo ritenuto sbagliate. In quel momento, con la morte del cuore, abbiamo preferito fare il nostro compito di politici che ascoltano gli interessi dei cittadini e non gli interessi di una persona a cui vogliamo bene". Roberto Formigoni spiega così la sua decisione di formare un gruppo autonomo al Senato. "Siamo già in 25. È possibile che altri si aggiungano. Nel pomeriggio daremo vita a un gruppo autonomo chiamato I Popolari. Restiamo alternativi al centrosinistra, collocati nel centrodestra". La risoluzione per chiedere il voto di fiducia per il governo è firmata da 23 senatori del Pdl e Gal. Questi i cognomi: Naccarato, Bianconi, Compagna, Bilardi, D’Ascola, Aielo, Augello, Caridi, Chiavaroli, Colucci, Formigoni, Gentile, Giovanardi, Gualdani, Mancuso, Marinello, Pagano, Sacconi, Scoma, Torrisi, Viceconte, L. Rossi, Quagliariello.

Diversa l'opinione del ministro Maurizio Lupi: "La cosa certa è che da due giorni stiamo cercando di lavorare non per dividere ma per l’unità. Cerchiamo di convincere il Pdl a votare la fiducia, non esistono gruppi autonomi, ma un consistente numero di senatori chiede che il governo Letta vada avanti". La risposta di Formigoni non si è fatta attendere: "Oggi pomeriggio ci troviamo noi 25 ex Pdl per prepararci alla nascita di un gruppo autonomo che si chiamerà i "Popolari". Solo nel periodo ipotetico dell’irrealtà non verrà istituito un gruppo autonomo". "I destini sono separati. Fine". Così la deputata del Pdl Maria Stella Gelmini commenta la risoluzione in favore della fiducia al governo firmata da 23 senatori Pdl. La spaccatura sembra profilarsi anche alla Camera. Infatti, Fabrizio Cicchitto, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, avrebbe depositato alla Camera la richiesta di costituzione di un nuovo gruppo parlamentare. Il nuovo gruppo formato da deputati del Pdl arriverà a 26 parlamentari e interverrà già oggi in aula durante il dibattito. Il primo firmatario è Cicchitto e ufficialmente parte con 12 esponenti ma è già stato annunciato che si arriverà a quota 26. "Dopo l’atto di generosità di Berlusconi - ha commentato Daniela Santanché - non ci voglio credere che stiano facendo un nuovo gruppo".

Berlusconi avrebbe detto ai deputati Pdl che "con Alfano alla segreteria del partito siamo scesi al 12%". La parte del partito, quella che ha sposato senza tentennamenti la linea di Silvio Berlusconi - sia quando voleva sfiduciare Letta che poi, quando ha invece deciso di rivotare la fiducia - si organizza e prepara la propria contromossa: una raccolta di firme per il cambio del nome del gruppo alla Camera, che si chiamerà "Forza Italia - Pdl". La richiesta del cambio di nome, viene spiegato, è già stata avviata agli uffici della presidenza di Montecitorio, ma l’iniziativa è un modo per fare una sorta di conta interna e evidenziare da che parte stanno i «veri» numeri, riferisce un deputato.

Stasera a Palazzo Grazioli un nuovo vertice con i fedelissimi del Cavaliere. Intanto Alfano incontra gli scissionisti. Secondo quanto si apprende, ci sono stati nuovi contatti nel corso del pomeriggio tra l’ex premier e il segretario del Pdl, anche alla luce della decisione di prendere tempo sulla nascita dei nuovi gruppi.

Salvo cambi di programma, il segretario del Pdl dovrebbe varcare il portone di palazzo Grazioli dopo il voto di fiducia al governo alla Camera.

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