Formigoni in trincea: "Non cedo ai ricatti"

Il governatore replica con un documento ai verbali dell’imprenditore Daccò: "Nessuno yacht a mia disposizione". Sanità lombarda, il modello leader: 8 euro su 10 alle strutture pubbliche

Formigoni in trincea: "Non cedo ai ricatti"

Milano - «Piero Daccò ha o non ha tratto qualche indebito vantaggio da Regione Lombardia per il fatto di conoscermi? La mia risposta è no ed è sempre stata no». Roberto Formigoni torna a parlare delle dichiarazioni dal carcere del suo amico imprenditore Piero Daccò a proposito delle vacanze sullo yacht Ad Maiora e in ville delle Antille. In una lettera aperta, il presidente della Regione Lombardia si difende: «Non sono oggetto dell’indagine come non lo è nessun dirigente di Regione Lombardia».

Ribadisce di essere pronto a dimettersi se sarà dimostrato che Daccò ha tratto «qualche indebito vantaggio» dal fatto di conoscerlo: «Se la stampa dimostrerà il contrario, confermo che mi assumerò tutte le responsabilità. Ma ciò, mi si creda, è impossibile, ripeto, impossibile». Di più: «Non cederò al ricatto di chi tenta di minare la credibilità mia e del governo della Lombardia».
Per chi non sia appassionato alle vacanze altrui, si ricorda che la questione riguarda i Capodanni ai Caraibi del 2009, 2010 e 2011. Nei verbali Daccò, oltre a dire di aver pagato vacanze a Formigoni per cui non è stato rimborsato, spiega che per quel che riguarda i viaggi aerei, invece, Formigoni lo ha rimborsato: «Mi disse che voleva assolutamente rimborsarmi perché era un personaggio pubblico».

Daccò parla anche di cene a sue spese per il Meeting di Cl a Rimini: «Prenotavo circa dieci stanze che mettevo a disposizione dei miei ospiti. Inoltre organizzavo, durante ogni Meeting, una cena alla quale invitavo circa 50 persone. Spesso tali cene si allargavano anche agli amici dei miei ospiti, per cui vi partecipavano anche 180 persone. Per tali cene, sostenevo spese in ciascuna occasione di circa 18mila euro». L’imprenditore ricorda anche un volo su un aereo a noleggio (costo 51.750 euro) per Nizza, in occasione delle vacanze di Pasqua 2011 a Cannes.
Ed ecco la versione di Formigoni: «Quando Daccò dice “non ho mai avuto nulla in cambio da Formigoni”, è chiaro quello che intende dire e cioè che non ha mai avuto favori in cambio, ma c’è qualcuno che lo interpreta: “non ho avuto da Formigoni rimborso dei soldi anticipati”». Il governatore nella lettera replica punto per punto. Uno.

«Sono stato talora ospite sulla barca Ad Maiora di Antonio Simone, amico da 40 anni, sempre su suo invito, spesso in compagnia di parenti o amici di Simone e di Daccò o di loro stessi: qualche weekend di giugno o luglio, alcuni giorni durante le vacanze di agosto. Altro che barche a totale disposizione per mesi e mesi!». Due. «Le spese al Meeting di Daccò mi riguardano solo molto parzialmente: ho partecipato a tutte le 31 edizioni del Meeting e sono stato a colazioni o a cene con centinaia di ospiti; con Daccò solo due o tre volte».

Terzo. «Mai stato a Rio de Janeiro con Daccò».

Quattro. «Le spese attribuite a Daccò nei resoconti giornalistici non riguardano certo me o solo me». Cinque. «51mila euro per un volo da Milano a Nizza? È una cifra inverosimile che toglie ulteriore credibilità al tutto».

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