Forza Carroccio

Se una procura, per una Porsche e spese sospette, intercetta e per­quisisce in forze la sede della Le­ga, che cosa avrebbe dovuto fa­re, di fronte all’evidenza delle tangenti Penati, delle cozze e dei Rolex di Emiliano in Puglia, nei confronti dei vertici Pd?

Forza Carroccio

In queste ore c’è chi gongo­la (ben gli sta a quelli del cappio e di Roma ladrona) e c’è chi si sente tradito. Detto che dalle carte emerge più un’armata Brancaleone che una associazione a delinquere, e det­to che prima di ieri non si era mai vista un’inchiesta giudiziaria in diretta tv, con fughe di notizie di mezz’ora in mezz’ora quasi a vo­ler­creare il panico e forzare decisioni politiche, detto questo cre­do che l’unica preoccupazione sensata sia che la Lega possa im­plodere. Non soltanto perché il Nord ha un debito di riconoscen­za verso quel matto di Bossi, non solo perché grazie a lui i modera­ti e i liberali di tutto il Paese han­no potuto governare l’Italia e for­se domani potrebbero tornare a farlo. La Lega è servita e serve a dare rappresentanza a un pezzo del Nord altrimenti ai margini della politica. Avere nel Palazzo un partito di lotta è la migliore ga­ranzia per la tenuta delle istitu­zioni, uno straordinario collan­te sociale. I veri razzisti non sono mai sta­ti i leghisti ma i loro avversari, gente che è arrivata a odiare Bos­si, il suo successo e i suoi eletto­ri. Ma soprattutto gente, tutti i partiti della Prima Repubblica e la sinistra nella Seconda, che ha spremuto il Nord senza portare a casa uno straccio di risultato. Altro che la Porsche al figlio di Bossi. Parliamo dei partiti delle tangenti agli imprenditori, del partito delle tasse, di quelli del­l’inciucio con i sindacati. Da quando Bossi si è messo a urlare, da quando Berlusconi, unico, lo ha ascoltato, qualche cosa è cam­biato. Si poteva e forse si doveva fare di più. Ma proprio perché l’opera di dife­sa e rilancio del Nord non è finita, qualsiasi coalizione di governo moderata non può pre­s­cindere da una allean­za con un contenitore del malcontento più ra­dicale.

In questo senso la tempistica dell’operazione Le­ga pulita è sospetta. Mi chiedo.

Se una procura, per una Porsche e spese sospette, intercetta e per­quisisce in forze la sede della Le­ga, che cosa avrebbe dovuto fa­re, di fronte all’evidenza delle tangenti Penati, delle cozze e dei Rolex di Emiliano in Puglia, nei confronti dei vertici Pd? Doman­da retorica. Nulla. Appunto. Questo mi pare un problema po­litico.

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