Fuori pericolo la sorella di Carmela «Ero geloso, volevo che morisse»

Migliora Lucia Petrucci, ricoverata nella Rianimazione dell'ospedale palermitano Cervello, colpita con venti coltellate dal Samuele Caruso, il giovane che ha ucciso la sorella Carmela. «Sta meglio, rispetto a ieri è anche più rilassata e sciolta - dice il primario di chirurgia Giuseppe Termine - È lucida, parla, ma non sa ancora che la sorella è morta». Caruso ha trascorso la sua seconda notte in carcere, il suo racconto è sconvolgente: «Di solito non esco con un coltello, ma l'avevo preso perchè volevo parlare con Lucia e se non avesse ammesso il tradimento, l'avrei usato». Poi incalzato dal magistrato ha aggiunto: «Sono uscito da casa col coltello perchè era mia intenzione uccidere Lucia se avesse ammesso il tradimento». «Carmela non c'entra - ha spiegato il giovane che aveva saputo da amici che Lucia aveva riallacciato la storia con un ex non volevo farle nulla, ma si è messa in mezzo». L'assassino ha detto di avere visto, perchè gli è stata mostrata da un amico, una foto di Lucia che baciava il suo ex. Poi su Facebook ha visto che i due erano di nuovo amici. Questo lo avrebbe reso pazzo di gelosia. Per gli inquirenti l'assassino avrebbe «una mente insondabile».

Non ha pianto, non ha avuto momenti di pentimento o di scoramento. Non ha mostrato interesse nel fatto che sarebbe andato a finire in cella. La mamma lo difende: «Mio figlio è un bravo ragazzo. Non è un mostro. La nostra è una famiglia perbene».

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