Gallarate, assalto al furgone della polizia: è ancora caccia all'uomo

Ritrovate le macchine coinvolte nell'assalto al furgone della polizia penitenziaria per liberare il boss Domenico Cutrì

Gallarate, assalto al furgone della polizia: è ancora caccia all'uomo

È stata ritrovata stamattina la seconda macchina usata ieri per compiere l'assalto al furgoncino della Penitenziaria che trasportava Domenico Cutrì, che è stato liberato dal commando sulle cui tracce adesso investigano le forze dell'ordine in tutto il Paese. L'uomo era stato condannato all'ergastolo nel 2011 per l'uccisione di Luckasz Kobrzeniecki, un polacco di 22 anni freddato a colpi di pistola nel 2006 a Trecate (Novara), in quanto mandante del delitto. Il commando che lo ha liberato ha agito nel giro di qualche minuto, sparando una trentina di colpi di avvertimento che sono schizzati da tutte le parti, provocando il terrore generale.

Nel conflitto - descritto da molti come una vera e propria azione di guerriglia - era rimasto ferito anche il fratello, Antonino Cutrì, che colpito da alcuni proiettili è stato trasportato all'ospedale di Magenta e scaricato lì dal commando. Per lui non c'è stato niente da fare: è morto dissanguato poco dopo. Feriti anche due agenti, lievemente e non da armi da fuoco: anch'essi trasportati in ospedale, se la sono cavata con poco. Una delle due macchina usate per la fuga, una Nissan Qashqai, è stata ritrovata ieri nel parcheggio del tribunale, con dentro le armi utlizzate per il blitz, mentre dell'altra se n'erano perse le tracce. Stamani la polizia ha trovato anche la Citroën C3 utilizzata per la fuga nel parcheggio dello stesso ospedale dove è morto il fratello dell'ergastolano.

Secondo indiscrezioni nella vicenda aleggia l'ombra della 'ndrangheta - di cui Cutrì era un presunto boss - che molto probabilmente ha organizzato l'attacco. "Se fosse stata obbligatoria la videoconferenza per detenuti di alta sicurezza il gravissimo episodio di oggi non si sarebbe verificato", ha commentato all'Agi il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha appoggiato con un tweet le parole del procuratore: "Mi ha colpito l'analisi del procuratore Gratteri. Con videoconferenza avremmo evitato assalto, morti, evasione. Tecnologia e giustizia, perché aspettare ancora?".

Le forze dell'ordine hanno diramato una notifica di arresto per il detenuto in tutto lo stato, bloccando le frontiere del Nord per tagliare le vie di fuga. Intanto la polizia sta analizzando la scena del crimine e le due macchine in cerca di prove che possano portare all'identificazione degli altri uomini coinvolti nell'assalto.

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