Gaza, Marche

C'è solo una cosa peggiore degli attori che barattano un appello per la visibilità. E sono i politici che capovolgono un messaggio in una moda

Gaza, Marche
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Vogliamo chiarirlo subito. Mentre ci accorgiamo che tutti hanno una loro incrollabile posizione su Gaza, noi invece abbiamo solo dubbi. Non sappiamo cosa sia peggio: la ferocia dell'esercito israeliano e la distorta volontà di potenza di Netanyahu oppure i crimini di Hamas e l'antisemitismo disumano di tanti Pro Pal?

Di certo, pur difendendo eccome il diritto a uno Stato palestinese, restiamo infastiditi dalle basse strumentalizzazioni dell'intera questione a fini mediatici o politici. E preferiamo non fare nomi.

Matteo Ricci ad esempio. L'ex sindaco Pd di Pesaro e candidato della Sinistra alle Regionali nelle Marche, uno che ha dimostrato di lottare sempre per le sue idee - e peccato non ne abbia - ieri, a 72 ore dall'apertura dei seggi, in crisi di astinenza da promesse elettorali ha dichiarato: «Se vinco, le Marche riconosceranno lo Stato di Palestina».

Caro Ricci, prima di tutto Le auguriamo che i marchigiani riconoscano Lei come Presidente. Sa, l'afflato umanitario in politica è molto, ma la credibilità lo è di più. E poi Le chiediamo come mai, se la guerra è in corso da due anni e la campagna elettorale da tre mesi, solo ora, a un passo dal voto, Lei si mette a giocare alla rivoluzione per la Palestina. Dal Metauro al mare.

C'è solo una cosa peggiore degli attori che barattano un appello per la visibilità.

E sono i politici che capovolgono un messaggio in una moda. La solidarietà è un valore universale, non un capo di stagione.

E sì, chi resta in silenzio di fronte a un dramma è complice. Ma chi lo sfrutta biecamente è il colpevole.

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