Confermata la pena a 30 anni per Patrizio Franceschelli, accusato di omicidio volontario per aver ucciso il figlio Claudio di 16 mesi gettandolo nel Tevere la mattina del 4 febbraio dello scorso anno. Lo ha deciso la Corte d'Assise d'Appello presieduta da Mario Lucio D'Andria accogliendo la richiesta del procuratore generale Laura Capotorto. I fatti accaddero quando la città era paralizzata per un'abbondante nevicata. Franceschelli alle 6 del mattino si recò nell'abitazione della madre della sua convivente. Questa era ricoverata in ospedale. Franceschelli entrò in casa, prese il bambino che indossava soltanto il pigiama nonostate il freddo e uscì dirigendosi verso Ponte Mazzini. Da qui lanciò il corpo nel Tevere. Il cadavere fu ritrovato dopo due mesi a Fiumicino. Una perizia disposta dai giudici di primo grado dichiarò Franceschelli pienamente capace di intendere e di volere al momento del fatto.
I giudici che lo avevano processato con rito abbreviato gli inflissero però il massimo della pena prevista per i fatti contestati. Oggi nonostante l'intervento della difesa che chiedeva quanto meno una riduzione della pena la Corte d'Assise d'Appello ha confermato la condanna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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