Un borgo medievale che con le sua mura racconta una fetta di storia, l'epopea di una famiglia scritta sui libri di scuola. Quella dei della Gherardesca, longobardi qui padroni di un pezzo di Maremma Toscana. Aleggiano le vestigia, i fasti, le sofferenze, le battaglie.
E qui ieri, in un bosco di Castagneto Carducci, località di villeggiatura affacciata con le sue memorie, i suoi vini dal sapore antico, lungo la costa livornese, si scopre l'orrore. Qualcosa che sa di primitivo. Ancestrale. Una donna uccisa. Probabilmente da un uomo. Sotto un albero, nel silenzio di una strana primavera che in questi tempi folli suona cupa e minacciosa come mai.
Era sparita il primo maggio, festa del lavoro, Ilaria Leone, 19 anni. Lavorava come cameriera in una ristorante, si chiama «La Gramola», via Marconi 18, terrazza da incanto e prezzi degni del panorama. Ci si specchia sul golfo e obbiettano i clienti internauti «anche questo costa».
Dalle dieci dell'altro ieri sera di lei non si avevano più notizie. Qualcuno l'aveva sentita poco prima parlare animosamente al telefonino. «Come se litigasse». Intorno alle 22.30 il locale era ormai vuoto, la ragazza se n'è andata. Un giovane ha raccontato ai carabinieri di averla vista intorno a quell'ora: era da sola e gli avrebbe chiesto di accenderle una sigaretta prima di incamminarsi per una strada secondaria.
Non abitava lontano, da poco aveva trovato questa occupazione, e perciò, nonostante dopo la separazione dei genitori fosse rimasta nella casa del papà a Marina di Castagneta, si era trasferita dalla mamma, a Castagneto.
Intorno alle 10 di ieri mattina uno del posto l'ha trovata stesa ai piedi di un ulivo, un centinaio di metri dalla provinciale, in un bosco cui si arriva attraverso una strada sterrrata. Ilaria, maglietta e felpa al loro posto, aveva i jeans calati fino alle ginocchia, pure le mutandine, sul collo i segni delle mani di chi l'aveva strangolata e un'ecchimosi nella zona pubica. Chissà se il killer abbia davvero tentato di violentarla o magari si tratti del tentativo di inscenare una storia diversa. L'autopsia prevista oggi chiarirà almeno qualche dubbio. Certo esile e minuta com'era Ilaria non poteva rappresentare un ostacolo per un maniaco. Ammesso che si tratti di tale. E non di qualcuno che invece conosceva magari come amico. La vita, certo non facile, di questa ragazzina che tinge di noir un'altra giornata italiana, per ora non racconta il nome dell'assassino. Aveva rinunciato alla sua scuola alberghiera. Gli studi non andavano bene, da un paio d'anni l'aveva mollata lì. «Ma non frequentava cattive compagnie», racconta chi la conosceva. Non una drogata, nemmeno una con troppi grilli per la testa.
Solo il borgomastro sembra non arrendersi all'evidenza. Come se i delitti dovessero avvenire solo sotto il grigio metropolitano.
«Se venisse confermato che Ilaria è stata uccisa, non mi capacito di come sia potuta accadere una cosa simile a Castagneto», esordisce un incredulo Fabio Tinti.«Non mi capacito di come sia potuto succedere, c'è da essere sconvolti».
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