Giallo sulla tomba segreta di Priebke

Giallo sulla tomba segreta di Priebke

RomaMorto e sepolto. Almeno per ora. L'ex ufficiale delle SS Erich Priebke, condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine, riposa da qualche giorno sotto una anonima croce, identificato solo da un numero, in un camposanto semiabbandonato all'interno di un carcere, in Italia.
L'ha rivelato, ieri, il direttore di Repubblica Ezio Mauro, ricostruendo i segretissimi spostamenti notturni della bara con il corpo di Priebke lungo le autostrade del Paese, un trasferimento in più tappe, avvenuto in un week end di fine ottobre, fino all'arrivo nel malridotto cimitero di «mezza montagna», dietro i cancelli di un carcere. Repubblica, però, non fa mai il nome del luogo dell'ultimo domicilio dell'ex ergastolano, mostrandone però in qualche scatto l'ingresso, il terreno coperto di erbacce e altre lapidi e croci provate dal passare del tempo.
Dopo la morte del centenario Priebke, avvenuta lo scorso 11 ottobre, si erano scatenate le polemiche. Prima il «no» al funerale della Curia, poi il divieto posto dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, a celebrare le esequie sul territorio capitolino, scelta difesa ancora ieri dal primo cittadino: «Non potevo che fare ciò che ho fatto, e cioè oppormi alla sepoltura di quell'essere vivente», per la verità già morto. Quindi era arrivata la pagina più nera, la guerriglia del «mancato funerale» di Albano Laziale, con la bara accolta a calci e sputi e gli scontri tra estremisti di destra e sinistra fuori dai cancelli dell'istituto religioso dei lefevriani. Da quella cappella la salma di Priebke è stata prelevata poche ore dopo con un blitz della polizia ed è poi «fuggita» nottetempo su un furgone blu fino all'aeroporto militare di Pratica di Mare, sulla costa laziale. E adesso, al termine del prolungato «parcheggio» della bara in un hangar dell'aeroporto, l'odissea postuma dell'ex nazista - la cui esistenza da morto si è rivelata essere più problematica di quanto lo siano stati gli ultimi anni ai domiciliari, a Roma - sembra essere finita.
Sembra, però, perché il giallo delle sue esequie potrebbe non essere finito qui. L'avvocato di Priebke Paolo Giachini, che dopo il decesso dell'uomo rappresenta i suoi familiari, definisce infatti «un falso scoop» quello del quotidiano diretto da Ezio Mauro e firmato dallo stesso direttore. Punta l'indice, in particolare, sulle immagini del cimitero pubblicate a corredo del servizio, la cui autenticità mette apertamente in dubbio. «Roba da film dell'orrore», «scatti di qualche giardino abbandonato», fotografie che, insomma, «non hanno nulla a che vedere con la tomba del signor Priebke», taglia corto il legale. Giachini, oltre a ricordare che Priebke aveva pubblicamente espresso il suo cordoglio per le vittime delle Fosse Ardeatine, ne ha anche per la Curia che «si è comportata male», e spiega di avere documenti che provano i rapporti tra l'ex SS e «alti prelati». L'avvocato non rivela invece nulla sul luogo dove ora si trova il corpo dell'ex ufficiale in quanto «vincolato dal segreto professionale» e «d'accordo con le autorità» nel mantenere il riserbo. Autorità che al silenzio sono vincolate a causa del Nos, il sigillo di sicurezza che si è deciso di mettere sulle operazioni di sepoltura, per evitare strumentalizzazioni, celebrazioni o manifestazioni di protesta scatenate da quel morto ancora così ingombrante.
In dubbio sembra essere la «definitività» della sepoltura. Quella attuale sarebbe una sistemazione temporanea, perché secondo la volontà dei suoi eredi la tomba di Priebke, anche se non pubblicizzata, non dovrebbe essere inaccessibile a eventuali visitatori.

Una condizione decisamente difficile da soddisfare se il sepolcro dell'ex nazista restasse celato dietro le munite difese di un carcere tuttora in funzione. I viaggi postumi dell'ex capitano delle SS potrebbero, insomma, non essere ancora finiti.

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