La Buvette

Gigi il sultano si fa ricco. A spese nostre

Questa settimana si torna a parlare di Luigi Di Maio e del suo nuovo incarico nel Golfo Persico per conto dell’Europa come inviato speciale

Gigi il sultano si fa ricco. A spese nostre

Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Per la serie a volte ritornano. Di chi stiamo parlando? Di Luigi Di Maio ovviamente. L’ex ministro degli Esteri, del Lavoro, dello Sviluppo Economico ed ex Vicepresidente del Consiglio (ma quanti ruoli apicali ha avuto??) è tornato. Risorto dalle proprie ceneri come l’araba fenice. Altro che morto, Gigino è più vivo che mai. Nei palazzi romani non si fa altro che parlare di lui. “C’è riuscito anche questa volta” commenta con l’amaro in bocca un parlamentare del Movimento 5 Stelle. Già. Ma c’è anche chi assicura che Di Maio sia stato sponsorizzato dal PD: “È un premio di riconoscenza. Anche se in molti lo hanno dimenticato vi ricordo che ha partecipato con noi alle elezioni di settembre. Mi risulta che sia stato sponsorizzato, caldeggiato insomma, dai nostri a Bruxelles” ci confida una fonte attendibile che preferisce rimanere anonima.

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Per Di Maio (d’Arabia) un incarico nel Golfo Persico per conto dell’Europa come inviato speciale. A nominarlo l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Josep Borrell, il quale ha indicato il profilo dell’ex ministro italiano come il più qualificato. Il suo compito sarà quello di occuparsi dei nostri affari, di tutelare i nostri interessi, e quelli di tutta Europa in materia energetica. Possiamo fidarci? Beh, considerando i precedenti certamente non possiamo stare tranquilli. Ma c’è chi rassicura: “È solo un ruolo marginale, un contentino”. Bisogna ammetterlo, Luigi ha saputo lavorare per i suoi interessi. Ne ha fatta di strada. Il paladino dell’anti casta, dell’anti spreco si è fatto sistemare. Dopo il flop alle elezioni amministrative ha lavorato sotto traccia (sparendo perfino dai social) per accaparrarsi un posto. Si è riciclato come un contenitore tetrapak, come una bottiglietta d’acqua. E si sa, nel deserto arabico c’è n’è davvero bisogno d’acqua.

Ma sapete quanto percepirà? Vi arrabbierete, lo so. Poco più di 300mila euro. Per l’esattezza 336mila euro. Mica pochi per soli 21 mesi. Dal primo giugno 2023 al 28 febbraio 2025. Ben 16mila euro al mese (e ora viene il bello, tenetevi forte) tassati solo al 10%. Escluse le indennità e i viaggi. Tanto spetta a chi è chiamato a lavorare all’estero, lontano dalla propria residenza. È l’Unione Europea a stabilirlo. Chissà se anche a Bruxelles farà delle battaglie per far abbassare lo stipendio dei “diplomatici”. Intanto lui è riuscito nell’intento: abolire la povertà.

La sua.

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