Roma - Disarmate le barche e riposte le vele, Napoli prova a fare i conti. E scopre che «l’effetto Coppa America»(leggi World Series, una sorta di girone amichevole di preparazione alla vera competizione che si terrà a San Francisco)non solo non c’è stato ma si è rivelato un boomerang. Nella città partenopea il dibattito è serrato. E c’è anche chi prova,a prescindere dai dati, a difendere la scelta di portare il circus velistico all’ombra del Vesuvio, lampo effimero e tuffo nel glamour di una città che per qualche giorno si è riavvicinata al suo mare, alla sua costa e ha sostituito la visione di avveniristici catamarani a rovine, immondizia, criminalità, disservizi. Spente le luci dei riflettori, però, è inevitabile tirare una riga e provare a fare i conti. L’amministrazione De Magistris alla vigilia aveva promesso: «Ci saranno benefici tangibili e immediati». Ovvero: più turisti, più occupazione, più affari. Concluse le regate il messaggio è cambiato: «La Coppa America? Un investimento di immagine ». Il motivo di questa inversione di rotta? I dati elaborati dall’Ascom secondo i quali il volume di affari generato nei due weekend delle World Series sarebbe stati disastrosi.Un report indica una perdita — rispetto allo scorso anno —che va dal 50 al 90%, con un solo più (20%) riferito al giorno di Pasquetta. L’assessore comunale al commercio, Marco Esposito, dice di non credere ai dati Ascom.Ma ammette«un calo degli affari di circa il 20%» rispetto allo stesso periodo del 2011. Un esito sconfortante per un evento per il quale sono stati impiegati circa 15 milioni di euro di fondi soprattutto regionali, ma anche provinciali e comunali. Di questa cifra 4 milioni sono serviti per prolungare la scogliera di via Caracciolo, 3 milioni e 220mila per l’allestimento del Village, 5 sono andati agli organizzatori americani come richiesto a ogni città ospitante le World Series. Agli allestimenti sono stati destinati circa 966mila euro, agli eventi un milione. Ci sono poi varie spese accessorie tra cui 200mila euro di straordinari per il personale comunale, un milione e 200mila euro di costi per potenziamento trasporti, 400mila euro per mancati introiti Napolipark. Investimenti pesanti per un’iniziativa che stride con la stagione di austerity imposta dalla recessione economica. Nei fatti molte previsioni sono state disattese. Ad esempio i 350mila turisti attesi per l’evento non sono mai arrivati, un flop su cui hanno inciso le pessime condizioni atmosferiche. Inoltre nel contratto firmato con gli americani erano previsti 9 giorni di regate mentre ne sono state inserite solo 5, una riduzione decisa unilateralmente dagli organizzatori sulla quale non si è raggiunta una mediazione. Infine, a fare da moltiplicatore per le polemiche, il confronto con Venezia, prossima tappa delle World Series, dove grazie alla sponsorizzazione del consorzio Venezia Nuova il costo per la città sarà vicino allo zero. Una somma di inciampi che ha fatto scrivere al direttore del Corriere del Mezzogiorno una amara chiosa all’evento.
«Volete sapere quando c’è stato il boom di affluenza in via Caracciolo? Il giorno di Pasquetta, quando non c’erano catamarani in acqua, non c’erano concerti, il villaggio era che una scenografia vuota,e l’unico spettacolo era il golfo assolato. A pensarci bene, è come se avessimo pagato un fitto carissimo per godere del panorama della nostra Napoli. Abbiamo pagato per una fontana di Trevi che era già nostra! Bell’affare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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