È il club più esclusivo del mondo, dove si veste di rosso porpora, si entra se lo decide il Papa e si esce se si diventa Papa. Non c'è un limite di numero e di età, ma numero ed età contano - eccome - nel momento più importante: quando i membri del collegio, cioè i cardinali, devono eleggere il nuovo Pontefice. Questo diritto spetta a un massimo di 120 porporati che non abbiano ancora compiuto 80 anni quando comincia la sede vacante.
Al conclave che si aprirà a giorni hanno diritto a partecipare 117 cardinali. Uno di essi, lo scozzese Keith O'Brien, arcivescovo di Edimburgo, ha già fatto sapere che non vi parteciperà dopo le polemiche scatenate su suoi presunti «comportamenti inappropriati» risalenti agli Anni 80 denunciati nei giorni scorsi da alcuni preti britannici. Un'altra defezione, per motivi di salute, era stata annunciata subito dopo la rinuncia di Benedetto XVI: quella dell'arcivescovo emerito di Jakarta, il settantottenne indonesiano Julius Riyadi Darmaatmadja, quasi cieco, che vive in una casa di riposo per sacerdoti anziani nell'isola di Java. Il grave deterioramento della vista gli impedirebbe di leggere testi e documenti, e le regole del conclave impediscono la presenza di infermieri e assistenti nella Cappella Sistina.
Dunque, gli elettori del successore di Benedetto XVI saranno 115 e il nuovo sommo Pontefice della Chiesa di Roma avrà bisogno di 77 voti, cioè i due terzi dei presenti. Il criterio geografico non basterà per determinare la scelta: dall'Europa, il continente più rappresentato, arrivano 60 cardinali. Altri 33 provengono dall'America, di cui 14 da Stati Uniti e Canada e 19 dall'America Latina; 11 dall'Africa, 10 dall'Asia e 1 dall'Oceania: il gigantesco cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney.
In tutto sono 49 le nazionalità che avranno un porporato in conclave, mentre il collegio cardinalizio nel suo complesso (composto da 208 porporati, compresi gli ultraottantenni) comprende rappresentanti di 66 Paesi. Il gruppo più numeroso è quello italiano (28 cardinali elettori), seguito da Stati Uniti (11), Germania (6), Spagna, India e Brasile (5), Polonia e Francia (4), Canada e Messico (3), Portogallo, Argentina e Nigeria (2). Gli americani avranno un'importanza determinante sia per numero sia per «peso»: i nordamericani sono personalità di spicco, i «latini» rappresentano la Chiesa emergente.
Per la prima volta entrerà in conclave un cardinale cinese, John Tong Hon, 73 anni, arcivescovo di Hong Kong. Il porporato più anziano nella Sistina sarà il tedesco Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio consiglio per l'Unità dei cristiani, che compie 80 anni il prossimo martedì 5 marzo, mentre il più giovane è l'indiano Baselios Cleemis Thottunkal, arcivescovo maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi, nato nel 1959 che ha ricevuto la berretta porpora da Benedetto XVI lo scorso 24 novembre.
Anche se si coalizzassero tutti, i porporati creati da Joseph Ratzinger non riuscirebbero da soli a eleggere uno di loro: essi sono soltanto 67. In tutto il Papa uscente ha creato 90 cardinali in cinque concistori. Giovanni Paolo II convocò 9 concistori creando complessivamente 231 principi della Chiesa; ma oggi soltanto 50 hanno l'età per eleggere il Papa.
In conclave sono presenti 19 porporati appartenenti a ordini o famiglie religiose, che potrebbero avere un certo peso nell'orientare il voto perché ciascuno schiera personalità di spicco. I più numerosi sono i salesiani con quattro cardinali elettori, tre curiali (il segretario di stato Bertone, il prefetto delle Cause dei santi Amato e l'archivista-bibliotecario emerito Farina) e l'arcivescovo di Tegucigalpa, Rodriguez Maradiaga, già quotato al precedente conclave. Si contano poi quattro frati minori francescani (di cui un frate cappuccino, l'arcivescovo di Boston O'Malley), due gesuiti (tra i quali l'argentino Bergoglio che fu il principale antagonista di Ratzinger) e altrettanti domenicani, dove emerge il principe austriaco Schönborn.
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