Il gioco delle tre carte sull'Imu

Le coperture portano nuove tasse. Non tutti i terreni agricoli esenti. E se l'aliquota comunale è salita pagano i cittadini

Il gioco delle tre carte sull'Imu

L'addio all’Imu sulla prima casa, annunciato in pompa magna dal premier Enrico Letta e dal suo vice Angelino Alfano, è uno specchietto per le allodole. Alla fine la seconda rata dell’imposta dovuta nel 2013 non è stata cancellata del tutto. Una buona fetta di contribuenti dovrà continuare a pagarne una quota, cioè metà del contributo eccedente l’aliquota standard che i Comuni furbetti hanno deciso di ritoccare al rialzo e che dovrà essere versata entro metà gennaio. "Checché ne dicano il governo e i ministri del Nuovo centrodestra, sulla prima casa dovremo pagare - ha commentato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta - e quello che le famiglie italiane non pagheranno sulla prima casa sarà più che compensato dalla tassazione sulle seconde case".

Nuove tasse per coprire il decreto

Durante un Consiglio dei ministri "lampo", poco meno di un’ora proprio a cavallo del voto in Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi, il governo ha infatti cancellato l’ultima parte dell’imposta nel frattempo "scomparsa" e sostituita dalla Iuc con la legge di Stabilità. "Abbiamo mantenuto gli impegni con gli italiani - ha assicurato il viceministro dell’Economia Luigi Casero - senza aumentare la tassazione sui cittadini". In realtà il mancato gettito viene compensato tramite acconti e aumenti d’imposta a carico del settore finanziario e assicurativo. Come spiega la nota del Consiglio dei ministri, 1,5 miliardi verranno coperti dall’aumento al 130% dell’acconto Ires e Irap dovuto per il 2013 dalle società del settore finanziario e assicurativo. L’aliquota Ires viene, infatti, elevata per il solo 2013 al 36%. Altri 650 milioni di euro arriveranno, invece, dall'anticipo a carico degli intermediari finanziari sulle ritenute del risparmio amministrato. Secondo il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone le maggiorazioni Ires e Irap, che banche e assicurazioni dovranno versare anticipatamente, "rischiano di tradursi in minori impieghi e prestiti a favore di imprese e famiglie, e in maggiori costi per i clienti".

Extragettito a spese dei contribuenti

Oltre alla pioggia di nuovi balzelli, spulciando con attenzione il decreto si capisce subito che l'Imu non verrà sbianchettata da tutte le abitazioni principali. Approfittando della confusione molti Comuni hanno alzato con destrezza le aliquote facendo, in questo modo, lievitare il costo dell’intera operazione di altri 500 milioni di euro. Adesso toccherà a molti cittadini a metterci la differenza. Un'eventualità che ha subito allarmato i Comuni italiani. Con il presidente dell'Anci Piero Fassino che ha invitato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni a fare chiarezza sul provvedimento: "È troppo chiedere che finalmente si dia corso a impegni così esplicitamente assunti?". Ma il sindaco di Torino è solo il primo ad aprire il fuoco contro il governo. I primi a insorgere ci sono proprio quei "furbetti", come Giuliano Pisapia (Milano), Luigi De Magistris (Napoli) e Virginio Merola (Bologna) che hanno portato alle stelle le aliquote base per gonfiare a dismisura i rimborsi statali. Non sono gli unici. Per il primo cittadino di Venezia Giorgio Orsoni, per esempio, c'è stato "un modo sbagliato e francamente scorretto di gestire i rapporti tra Stato ed enti locali". Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ha, invece, annunciato un'azione legale contro lo Stato. È un vero e proprio fuoco di fila.

Il bluff dei terreni agricoli

Feroci polemiche si sono riversate anche sul capitolo del decreto che riguarda anche l’Imu agricola. "Per i fabbricati rurali e per gli imprenditori agricoli professionali relativamente ai terreni - ha spiegato Palazzo Chigi - è prevista l’esenzione totale". Secondo i numeri sviolinati dal ministro delle Poltiche agricole Nunzia De Girolamo, le abrogazioni e le riduzioni ottenute per il 2013 hanno consentito di non far pagare al settore 64 milioni sui fabbricati rurali, 315 milioni sui terreni di proprietà degli imprenditori agricoli professionali e 158 milioni sui terreni di proprietà dei non agricoltori, per un risparmio fiscale complessivo per il settore pari a 537 milioni. In realtà, come fa notare Capezzone, non proprio tutti saranno esenti dal pagamento. Dove si parla di terreni e annessi il comunicato di Palazzo Chigi fa un riferimento piuttosto chiaro: l’Imu agricola sui fabbricati è ridotta solo per gli imprenditori. Ed è prevista l’esenzione sui terreni.

Quindi se uno ha un appezzamento di terra e non è imprenditore dovrebbe pagare. "Cosa facciamo con questa gente?", chiedono dai Caf. Insomma, mentre il governo fa il gioco delle tre carte (cancella una tassa per metterne una in più), scoppia il caos.

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