"Tasse su redditi, risorse a sanità". Il punto di Giorgetti sulle priorità della manovra

Il ministro dell'Economia nella relazione introduttiva al Dpfp: "L'aumento delle spese per la Difesa sarà graduale"

"Tasse su redditi, risorse a sanità". Il punto di Giorgetti sulle priorità della manovra
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Giù le tasse sui redditi e risorse alla sanità: Giancarlo Giorgetti ha le idee chiare in vista della legge di bilancio. Nella relazione introduttiva al Dpfp, il ministro dell'Economia ha spiegato che "con la manovra si darà luogo a una ricomposizione del prelievo fiscale, riducendo l'incidenza del carico sui redditi da lavoro, e si garantirà un ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale. Inoltre, al fine di dare continuità agli interventi approvati dal Governo, saranno previste specifiche misure volte a stimolare gli investimenti delle imprese e a garantire la competitività".

Il titolare del Tesoro si è poi soffermato sull'aumento delle spese per la Difesa e ha rimarcato che questa sarà graduale per "non compromettere il consolidamento dei conti" e "non spiazzare altre componenti di spesa con impatto significativo sulla crescita potenziale del Paese". Pur avendo interesse a ricorrere allo strumento finanziario europeo Safe, l'Italia secondo Giorgetti "ritiene necessario effettuare ulteriori approfondimenti sul più ampio tema delle capacità di difesa e sulle compatibilità finanziarie prima di decidere se avvalersi della clausola di salvaguardia nazionale. Ciò anche per non compromettere il consolidamento fiscale".

"Nel presente Documento gli obiettivi di spesa netta e di riduzione di deficit e debito enunciati nel Piano strutturale di bilancio e poi confermati nel Documento di finanza pubblica 2025 sono ancora una volta ribaditi, a conferma della tenacia e coerenza dimostrate da questo governo nel perseguimento del suo obiettivo di sostenibilità della finanza pubblica" ha aggiunto ancora il ministro, che ha posto l'accento sulle diverse e pesanti eredità delle politiche economiche passate: "Pur essendo l'Italia un Paese con una molteplicità indiscutibile di inestimabili risorse - dalla diversificazione produttiva, all'eccellenza qualitativa del Made in Italy, all'elevata ricchezza delle famiglie - un livello così elevato del rapporto debito/Pil, eredità di politiche economiche che per decenni hanno attribuito scarsa importanza a un uso accorto delle risorse pubbliche, costituisce un ostacolo allo sviluppo futuro del Paese e all'equità intergenerazionale, e deve essere affrontato per liberare spazi di manovra non solo per far fronte a eventuali nuovi shock in futuro, ma anche per rendere possibile il finanziamento di nuove priorità di politica economica".

"Il deficit è previsto collocarsi intorno alla soglia del 3% del Pil quest'anno, per poi continuare la sua discesa nei prossimi anni, confermando quindi l'attesa di uscita dell'Italia dalla Procedura per disavanzi eccessivi.

Anche per il debito pubblico in rapporto al Pil resta valida la previsione di ripresa del sentiero di discesa dal 2027 in poi, una volta esaurito l'impatto di cassa dei crediti di imposta legati ai bonus edilizi" ha proseguito Giorgetti, evidenziando che per quanto concerne la finanza pubblica "i dati di consuntivo per il 2024 hanno mostrato un miglioramento sia del valore nominale del deficit, sia del livello del Pil nominale, che tuttavia non è visibile nel rapporto deficit/Pil al primo decimale (che resta al 3,4 per cento); più consistente è l'impatto sul rapporto debito/Pil, migliorato di quattro decimi di punto percentuale (al 134,9 per cento). Tale punto di partenza più favorevole si trasmette agli anni successivi, determinando un miglioramento del quadro di finanza pubblica tendenziale rispetto al Documento di finanza pubblica".

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