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Giorgio è il re d'America A New York l'Armani Day

Giorgio è il re d'America A New York l'Armani Day

Giorgio Armani come Cristoforo Colombo. Da ieri il 24 ottobre viene celebrato in America come l'Armani Day esattamente come il 12 ottobre, giorno dell'arrivo delle tre caravelle sul continente americano, è il Columbus Day. L'ha proclamato il sindaco di New York, Michael Bloomberg, «per grande contributo dato da Armani all'industria della moda internazionale e per il suo duraturo legame con la città». L'omaggio ufficiale è arrivato a poche ore dal mega evento «One Night Only in New York» organizzato dal più famoso dei nostri stilisti sul cosiddetto Super Pier, ovvero il gigantesco molo 57 costruito sopra e sotto il fiume Hudson che verrà trasformato nel 2015 in una moderna e mastodontica versione (12 ettari di spazio) del Rockfeller Center. Una parte della struttura (9000 metri quadri sui 270 mila totali) è stata ricostruita per l'occasione anche se questo sarà l'ultimo evento al Super Pier prima della radicale ristrutturazione nel nuovo centro d'attrazione cittadino. L'eccezionale serata prevede una grande sfilata con una selezione degli abiti di alta moda creati dal 2005 a oggi e l'intera collezione Armani Privè del prossimo inverno, l'inaugurazione della mostra Eccentrico che arriva a New York dopo Milano, Tokyo, Hong Kong e Roma, cena e party con dj set (alla console per l'intero evento ci sarà l'inglese Mark Ronson) per 700 persone. Nel corso della serata sarà anche lanciata una nuova sezione del sito che si chiamerà Armani Live, un giornale con interviste, notizie e video legati al mondo di «Re Giorgio».
Una giornata campale per lo stilista imprenditore che al sindaco Bloomberg ha risposto: «È un giorno molto speciale. È un grande onore ricevere questo riconoscimento che conferma un forte rapporto personale e professionale con New York, una città che mi ha dato e che continua a darmi tanto». Proprio qui negli anni Ottanta partì il successo inarrestabile delle sue celebri giacche indossate dalle cosiddette «Working Women» e dagli uomini che sognavano di essere belli e sexy come Richard Gere nella scena di American Gigolò con gli abbinamenti cromatici studiati dallo stilista in persona. Nel 1982 il Time pubblicò una storia di copertina intitolata «Giorgio's Gorgeous Style» («lo stile meraviglioso di Giorgio») e da quel momento Manhattan divenne, dopo Milano, la patria d'elezione di Armani. Non è dato sapere se l'Armani Day verrà celebrato solo quest'anno o se diventerà una ricorrenza continuativa. Nel caso sarebbe divertente immaginare la versione modaiola della parata del Columbus Day, magari con divieto d'accesso ai malvestiti che in America e perfino a New York sono ancora la stragrande maggioranza. Intanto da Milano arriva la notizia dell'ennesimo ritiro di Jil Sander dalla direzione creativa della griffe che porta il suo nome. «Motivi personali» dice una nota ufficiale della maison in cui Alessandro Cremonesi, ceo del Gruppo Jil Sander ringrazia la stilista tedesca «per il suo notevole contributo al marchio: il suo design eccezionale e la sua leadership creativa sono stati fondamentali nel rafforzare il brand». Inutile dire che si tratta di una notizia-bomba anche perché per la terza volta, questo genio assoluto della moda lascia la sua creatura ceduta nel 2000 a Prada e in seguito passata di mano più volte.

Franco Penè chairman e ceo di Gibò che con il gruppo giapponese Onward Kashiyama possiede i marchi Jil Sander e Joseph oltre ad avere prestigiosi accordi di licenza con Rochas, Jean Paul Gaultier, Paul Smith, Michael Kors e molti altri raggiunto telefonicamente da New York dichiara: «Quando l'abbiamo richiamata nel 2012 non potevamo pensare che durasse per sempre, rispettiamo le sue decisioni e per il momento affidiamo lo sviluppo delle collezioni all'eccezionale ufficio stile interno».

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