Roma violenta: tornano gli agguati in strada. Solo nella tarda serata di ieri è stato possibile dare un nome e un cognome al cadavere rinvenuto nel Tevere nel pomeriggio. Si tratta di Daniele Fulli, parrucchiere gay di 28 anni scomparso il 4 gennaio. Ieri pomeriggio un cadavere era stato rinvenuto sul greto del Tevere, sotto il viadotto della Magliana, alla periferia della città. Il medico legale, intervenuto sul posto, aveva trovato due fori all'altezza del collo e dell'inguine della vittima, compatibili sia con proiettili che con un'arma da taglio. Ma il ragazzo fino ad allora non era identificabile poiché senza documenti. «Forse è stato un incontro sbagliato la causa della morte di Daniele», dichiara Barbara, un'amica del ragazzo. «Era un ragazzo semplice, buono - racconta -, dava molto a vedere la sua omosessualità con atteggiamenti effeminati. Purtroppo di orchi ce ne sono in giro». Daniele di origine pugliese, viveva da solo da quando i genitori avevano deciso di far ritorno nella loro terra d'origine. Anche l'associazione Gay Center si è subito mobilitata in quanto il ragazzo era un volontario. «È urgente fare la massima chiarezza su quanto accaduto. Se si tratta di omicidio dovrà essere valutato anche il movente omofobico», dicono.
Intanto da lunedì notte un ragazzo di 17 anni lotta tra la vita e la morte dopo essere stato colpito da due proiettili alla testa in via di Villabate, a Tor Bella Monaca. Tra le ipotesi più accreditate c'è quella di un regolamento di conti per droga. Roma, una città che oggi più che mai deve fare i conti con una recrudescenza della violenza.
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