nostro inviato a Copertino (Lecce)
Lenigma non finisce mai di stupire. Si lasciano le ultime case di Copertino, si prende la strada per Leveranno e ci si ferma sul lato sinistro, in prossimità di una costruzione sgraziata, protetta sui lati da un muro altrettanto desolato. La sorpresa sta sul cancello. Un grande cartello con la scritta: «Area videosorvegliata» e, per chi non avesse capito, pure il disegno di una telecamera. «Questa è roba sua», affermano i carabinieri messi a controllare la palazzina bianca, a un piano. Sì, Giovanni Vantaggiato ci teneva a dare una sbirciata a chi veniva in visita nei suoi uffici. Scontato pensare subito al video che riprende il killer di Melissa. Possibile che si sia lasciato riprendere davanti alla scuola di Brindisi?
La storia di Vantaggiato è, al momento, un susseguirsi di domande senza una risposta convincente. Un rebus. Perché una porzione, la parte sporgente, della vita dellimprenditore sessantottenne, è impastata di normalità. Cè una moglie, Pina, e due figlie, Veronica e Serena che fanno la loro vita. Poi cè il lavoro e qui le cose si complicano. Per anni il business del gasolio era andato a gonfie vele. In pratica, Vantaggiato aveva il monopolio del gas per le abitazioni private e per la benzina agricola. È allora che aveva comprato lo yacht da 18 metri del valore di un miliardo di lire, ancora ormeggiato alla Puerta del Sol di Porto Cesareo. Poi le cose erano cambiate: negli ultimi tempi il gasolio ha lasciato spazio al metano e il regime fiscale favorevole sulla benzina agricola è scomparso e si sono intensificati i controlli antitruffa. Risultato: i clienti sono diminuiti, i fatturati contratti, il guadagno si è assottigliato. «Nel corso dellinterrogatorio -ripetono gli investigatori - ha continuato ripetere una frase: ce lho col mondo». Covava, anzi coltivava lodio, un odio feroce, il piccolo imprenditore di Copertino. Il problema è che il mondo non lo sapeva. Si ritorna a Copertino, il paese di san Giuseppe, il santo che levitava sulle teste stupefatte dei compaesani, e si sfoglia un album di immagini tranquillizzanti, quasi noiose: «Giovanni - afferma Giuseppe Vitale, amico di vecchia data - è una bravissima persona, un gran lavoratore, incapace di uccidere una mosca». La litania viene riproposta ovunque. In piazza. «Gran lavoratore». Al caffè: «un uomo taciturno, poco espansivo, ma sempre rispettoso». Davanti al castello angioino: «Un commerciante allantica, di quelli che non volevano venderti per forza il carburante. Se non ti andava bene pazienza, lui non ti faceva un centesimo di sconto e ti salutava senza rimpianti». Infine davanti alla sua abitazione. Una villetta elegante, a un piano, preceduta dalla discrezione di un piccolo giardino con due palme nellangolo. In via Vespucci i vicini assicurano: «Vantaggiato è una persona a modo, educata, mai uno scatto». E invece no. «Ce lho col mondo». Forse la chiave di quel che è accaduto è lì. Nellassedio che piano piano si era chiuso intorno alla sua attività. Il monopolista del gasolio aveva visto prosciugarsi progressivamente il bacino della sua clientela. E si era fatto ancora più riservato. Forse nella sua mente aveva trovato ospitalità lossessione: il tarlo di essere fregato da questo e da quello. E un pregiudicato, Cosimo Parato, è stato condannato poche settimane fa per avergli rifilato un bidone da più di trecentomila euro.
Adesso si fa strada il sospetto che Vantaggiato, più ostinato di certi farmer americani che imbracciano il fucile e sparano a tutto quello che si muove da dietro un fienile, avesse ingaggiato una sua guerra personale con Parato. A colpi di bombe. Luovo si era schiuso ed era nato il mostro. Bisogna immaginare una decadenza rancorosa, fra trappole, unumanità scivolosa, la carenza di quel denaro in cui prima nuotava. Fino al gran finale di quel verdetto che un Vantaggiato sempre più alterato avrebbe interpretato come una beffa: per il risarcimento avrebbe dovuto aspettare un altro processo. Civile. Tutto da fare. Troppo.
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