GIUSTIZIA E POLITICA

RomaNicola Cosentino non molla, anzi. «Mantengo la candidatura» a governatore della Campania, spiega infatti il sottosegretario all’Economia, appena uscito da Palazzo Grazioli. «L’ho detto a Berlusconi e lui ha preso atto», aggiunge l’esponente del Pdl, al termine dell’incontro di mezz’ora con il premier. Così, dopo giornate cariche di tensione e polemiche, per la richiesta d’arresto nei suoi confronti emessa dalla Procura di Napoli, che lo accusa di collusione con la camorra, il parlamentare aggiunge: «Il presidente del Consiglio mi ha espresso solidarietà e comunque non mi ha chiesto un passo indietro». Berlusconi, riferisce l’esponente del governo ai cronisti, «conosceva un po’ le carte processuali» dell’inchiesta «e lo stesso avvocato Niccolò Ghedini le aveva viste».
«La mia candidatura», tiene a rimarcare Cosentino, «non nasce dal nulla, ma è espressione dell’intera regione Campania». Quindi «la mantengo perché è ancora più forte di prima, dopo quello che è successo, e nasce dal territorio». Ecco perché «qualsiasi scelta diversa dovrà tenere conto delle sue indicazioni». E poi, «non possono essere i procuratori a decidere l’evoluzione democratica». La partita non è quindi chiusa, si vedrà. Anche perché «non saranno brevissimi i tempi per la scelta delle candidature». In ogni caso, al di là della solidarietà diretta, il premier avrebbe spiegato a Cosentino che ogni decisione spetterà, come per tutti, all’ufficio di presidenza del Pdl, l’organismo interno chiamato ad ufficializzare le nomine.
Quanto alla posizione di Gianfranco Fini, che ritiene inopportuna la sua candidatura, il sottosegretario non si sbilancia: «Comprendo le sue preoccupazioni ed è giusto che le esprima. Ma deve anche comprendere che c’è una richiesta forte di cambiamento che arriva dal territorio». Non si fa attendere, però, la contro-replica dei finiani. A farsene portavoce è il deputato Fabio Granata. «Noi manteniamo l’assoluta convinzione che sia del tutto incompatibile e a questo punto inopportuna la sua candidatura», commenta il vicepresidente della commissione Antimafia ai microfoni di Econews.
Nel frattempo, trenta senatori del Pdl hanno presentato ieri un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, sollevando, analogamente a quanto fatto dai colleghi della Camera qualche giorno fa, il problema «del clima di preoccupante conflittualità che regna presso la Procura della Repubblica di Napoli». Gli interroganti, si legge in una nota, «prendono spunto dall’ormai nota intervista del procuratore generale della Corte di Appello di Napoli, Vincenzo Galgano, al Corriere del Mezzogiorno, con la quale l’alto magistrato poneva pesanti interrogativi sulla gestione della Procura di Napoli, su professionalità ed equilibrio di alcuni magistrati inquirenti, esprimendo giudizi poco lusinghieri sulla correttezza degli inquirenti».

I senatori «chiedono» così un’ispezione urgente, sollevando «pesanti dubbi sulla corretta gestione di quell’ufficio». Anche allo scopo di «conoscere se i criteri di assegnazione dei fascicoli giudiziari garantiscano l’equidistanza e l’indipendenza dei magistrati che procedono alle indagini».

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