Con il via libera definitivo al ddl costituzionale sulla separazione delle carriere l'opposizione passa subito al contrattacco. In Aula i senatori del Pd, del M5s e di Avs protestano contro l'approvazione della riforma, mostrando cartelli con la scritta "no ai pieni poteri".
"Non soffrono l'indipendenza della magistratura e dei controllori - tuona il presidente del M5S Giuseppe Conte - ma non soffrono neppure l'opposizione politica. Perché non dimentichiamo che in commissione Antimafia, avendo già dall'inizio una verità di comodo già scritta sulla vicenda delle stragi, hanno confezionato una norma sulla scusa implausibile e ridicola del conflitto di interessi per buttare fuori dalla commissione antimafia il senatore Roberto Scarpinato e il deputato Federico Cafiero De Raho, che sono due campioni dell'antimafia, con un colpo di maggioranza. L'uso politico della magistratura è una scusa - ha concluso -, qui non vogliono proprio l'opposizione, vogliono pieni poteri e li contrasteremo in ogni luogo e in ogni piazza".
Poco prima del voto definitivo l'Aula di Palazzo Madama si è infiammata con l'intervento, durissimo, di Roberto Scarpinato (M5S) che ha dichiarato il voto contrario del proprio gruppo: "Ci sono italiani anche di destra che non se la bevono che Berlusconi, Dell'Utri, Cosentino, D'Alì, Formigoni sono stati vittime di persecuzione dei magistrati". E ancora: "La presidente Meloni ha dichiarato che il governo fa la riforma della giustizia per mettere fine alle storture. A chiarire le storture ci ha pensato Gasparri, il quale ha dichiarato che questa è 'una riforma epocale che cancella le stagioni oscure dell'uso politiche della giustizia". Pronta la reazione del capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri, che urla: "Lo confermo". Al presidente del Senato Ignazio La Russa il compituo arduo di tentare di placare gli animi: "Gasparri dice che conferma dall'emiciclo". Scarpinato non demorde e va avanti: "Tajani, per eliminare ogni dubbio, ha citato il caso emblematico di Marcello Dell'Utri come 'vittima illustre dell'uso politico della giustizia. Ci auguriamo che conduciate la campagna per il referendum con gli stessi accenti di sincerità. Perché la maggioranza degli italiani non se la bevono la panzana che Berlusconi e Dell'Utri erano tutti fiori di giglio e sono stati condannati dalla magistratura politicizzata. Sono stati condannati perché esistono le prove". E scoppia la bagarre tra il gruppo di Forza Italia e i pentastellati.
Molto duro anche il commento di Elly Schlein, segretaria del Partito democratico: "Ieri Meloni ha chiarito l'obiettivo di questa riforma: serve a lei e al suo governo per avere le mani libere e a non aver controlli".
Poi ha aggiunto: "Continueremo a lavorare insieme con le forze con cui abbiamo affrontato la battaglia in Parlamento. Non ci sono ancora dettagli sulle forme organizzative. Raccoglieremo le firme come tutti gli altri per la richiesta del referendum".