Il corpo privo di vita accasciato sul volante dell'auto, la testa sfondata da due colpi di fucile sparati da distanza ravvicinata. È la scena che si è trovata di fronte la polizia, poco prima delle 10 di ieri in via Monterotondo, una stradina in aperta campagna che scende dal colle di Covignano, una frazione di Rimini.
La vittima è Leonardo Bernabini, 55enne originario di Alfero, frazione di Verghereto (Forlì-Cesena), ma da tempo residente a Rimini. Del killer, al momento, si sa solo che è un uomo sulla trentina (castano, alto circa un metro e 70, di corporatura normale) scappato a piedi lungo i campi dopo aver commesso il delitto. Ci sono testimoni che lo hanno visto. Il primo è un uomo che abita ad alcune decine di metri dal luogo dell'omicidio. Sentiti gli spari, si è affacciato alla finestra e ha gridato. Non è chiaro se poi l'assassino abbia sparato un colpo in aria come inizialmente raccontato dal residente.
Di sicuro i due colpi alla testa li ha esplosi dall'esterno dell'auto (che aveva tutti i finestrini aperti ad eccezione di quello lato passeggero): ha infilato la canna del fucile dalla parte posteriore destra. Ha visto il killer mentre correva anche una seconda persona, nei pressi del cimitero di Santa Cristina, distante alcune centinaia di metri dalla scena del crimine.
È partita la caccia all'uomo. La polizia, con il supporto dell'esercito, dell'elicottero e dell'unità cinofila di Ancona, ha setacciato l'entroterra riminese e nel pomeriggio, a circa 700 metri dal luogo del delitto, è stato trovato il fucile da caccia usato per uccidere il 55enne, abbandonato in una siepe. Si sta indagando sul movente.
Per il momento la squadra Mobile sente di escludere la premeditazione, visto che l'assassino è scappato apparentemente senza conoscere il luogo e la direzione e ha abbandonato l'arma.
Particolare il luogo dove si è consumata la tragedia: una zona di aperta campagna che pochi conoscono e in cui è difficile capitare per caso, a meno di non essersi persi. La macchina di Bernabini era ferma in una piazzola con la retromarcia inserita e lui indossava la cintura di sicurezza. Probabilmente stava facendo manovra per raggiungere la strada principale.
Della vittima si sa che lavorava come autista di camion e di pullman e per arrotondare faceva il tassista abusivo nelle ore serali: accompagnava i ragazzi in discoteca. Di sicuro aveva difficoltà economiche.
Da circa otto anni si era separato dalla moglie, alla quale ha lasciato la casa e dalla quale aveva avuto due figli, ora maggiorenni. Ogni tanto si appoggiava alla sorella che vive a Rimini o al fratello che vive a Coriano, sempre nel Riminese.
Durante i mesi estivi ha dormito nella macchina dove è stato trovato questa mattina, una Opel Astra bianca station wagon. All'interno, infatti, sono stati trovati vestiti ed effetti personali oltre al portafoglio (con circa 500 euro in contanti e documenti) e due telefoni cellulari, uno dei quali nuovo: all' interno non aveva nè rubrica nè chiamate in entrata e in uscita. Nell'altro non risultavano chiamate fatte o ricevute nelle ultime ore. I familiari e le persone a lui vicine escludono che potesse frequentare ambienti omosessuali o prostitute.
Bernabini ogni tanto tornava ad Alfero, dove vive ancora la madre ottantenne.
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