Cronache

Golf, cucina e finanza L'autografo non basta, ora si «vive» con le star

Sul green con Molinari, in campo con Tacconi, ai fornelli di Ramsey Vanno forte i giochi e le iniziative per poter imparare dai propri idoli

Golf, cucina e finanza L'autografo non basta, ora si «vive» con le star

In principio furono le cene con i candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Poi con le star hollywoodiane. Tutto dietro un lauto contributo ad una giusta causa, la campagna elettorale oppure un ente benefico.
L'idea piacque e gli americani, maestri del marketing, hanno continuato a sbizzarrirsi nel cercare e trovare mille modi per capitalizzare gli hobby e le passioni della gente. Per esempio puoi prendere lezioni private di cucina da Gordon Ramsey (lo chef che in pratica ha portato il mondo davanti alla tv con i suoi reality show arrivati poi anche in Italia, vedi Masterchef, Cucine da incubo e Hell's Kitchen). C'è perfino il tour operator che si è inventato la vacanza al Forte Village oppure al Castel Monastero, vicino a Siena, dove Ramsey ti insegna a preparare dei piatti.
Non potevano mancare i consigli per diventare ricchi: se vengono da Warren Buffet ancor meno. Leggendarie le sue lezioni private ai pochi fortunati: «Ignorate le chiacchiere, mantenete minimi i costi e investite in azioni come investireste in una fattoria. I manager devono essere in grado di convertire le vendite in profitti. L'impresa deve aver veramente aumentato nel tempo i guadagni dei suoi azionisti. Al momento dell'acquisto, la quotazione deve essere almeno il 25% inferiore al valore intrinseco».
Fin qui gli sfizi che ti puoi togliere pagando somme mirabolanti. Perché, si sa, i vizi costano. I sogni invece no, o per lo meno non tutti: prendete il gioco di Yahoo!, che ti dà la possibilità di battere un calcio di rigore a Stefano Tacconi, l'ex portiere della Juve degli anni Ottanta. «Segna, para e sfida la community online. In palio lo Yahoo! Sport Pass: 16 biglietti per assistere ai più grandi eventi sportivi del mondo».
Poi ci sarebbe la Kia, la casa automobilistica coreana che per il quarto anno di fila organizza un evento favoloso, un giorno assieme ad Edoardo Molinari. In pratica il golfista si concede ai giocatori dilettanti, gioca assieme ai bambini e offre consigli in una clinique ambitissima (ieri a Tolcinasco c'erano una sessantina di bambini dalle scuole golf, poi una trentina di dilettanti e altra trentina di invitati della Kia). Quello che piace molto ai partecipanti è l'approccio di Edoardo, il suo interesse per i movimenti del giocatore che ha davanti. Tradotto, non si presenta solo perché obbligato dallo sponsor, non fa atto di presenza in maniera presuntuosa, anzi. Per credere sentite Elena Bertani, una delle fortunate: «Mi ha dato dei consigli molto attinenti e pratici, per esempio di accorciare il backswing, di aprire le punta dei piedi per avere più stabilità, rallentare la salita. È stato esaltante». Dello stesso parere Andrea Sillitti: «Mi ha osservato con attenzione, abbiamo colpito insieme una trentina di palline, suggerendomi di non stare distante dal tee e di non essere troppo piegato. Mi è piaciuto moltissimo il suo approccio morbido, solitamente i maestri sono rigidi e impongono le loro teorie, Edoardo invece mi ha fatto sentire molto comodo e rilassato».
Molinari ascolta divertito per poi aggiungere: «Mi fa davvero piacere di poter essere utile e di vedere tanto entusiasmo nei confronti del golf, ci vuole. Dicono che vado subito al punto? Sarà perché sono un giocatore, per cui conosco gli aspetti pratici, di gran lunga più interessanti rispetto a quelli teorici. L'allievo più divertente è stato un bambino di otto anni, mi ha chiesto se Rory McIlroy è un mio amico e se fosse simpatico. Nessuna domanda su Tiger, forse incute timore per il suo viso teso».
Gongola Giuseppe Mazzarra, il direttore marketing della Kia e ideatore del Molinari Day: «Abbiamo con noi Edoardo dal 2010, lo abbiamo scelto perché portatore dei nostri stessi valori, è un perfezionista nato, lui come noi ha una voglia matta di scalare le classifiche. Pensate che nel 1998 vendevamo in Italia non più di 5.000 vetture, ora siamo a 30.000 l'anno, mentre a livello mondiale parliamo di cinque milione di auto. Le nostre macchine e il golf hanno in comune la bellezza e l'eleganza. Per la cronaca, Edoardo ha in dotazione una cross over Sportage, un top di gamma. Abbiamo come nostro testimonial anche Fabio Fognini, pure con lui organizzeremo delle giornate dedicate ai bambini di 4-5 anni, le Tennis Cup. Non per vantarci, ma solo in Italia la Kia organizza giornate del genere, per fare un esempio con Nadal non si riesce a tirare due palline, in Spagna. L'idea è di aumentare il numero delle giornate assieme a loro, con Edoardo ci rivedremo alla finale del Trofeo Kia.

La gente ci va pazza, Molinari si diverte e Kia accresce la sua notorietà».

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