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Governo sotto due volte sulla spending review

Le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno dato il via libera al decreto. Ma su due emendamenti del Pdl e sul voto finale la maggioranza si è divisa

Governo sotto due volte sulla spending review

Nervosismo in parlamento: le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno dato il via libera al decreto sulla spending review ma per due volte - ed è questo il dato politico saliente - il governo è stato battuto nelle votazioni. La maggioranza si è spaccata su entrambi gli emendamenti del Pdl, e lo stesso è avvenuto nel voto finale. Il Pd si è astenuto mentre Pdl e Udc hanno votato a favore. Dopo aver subito diverse modifiche il provvedimento, che scade il prossimo 7 luglio, da giovedì passerà all’esame dell’aula di Montecitorio. Molto probabile il ricorso alla fiducia da parte del governo.

A rappresentare l’esecutivo il sottosegretario all’Economia, Gianfranco polillo. Gli emendamenti approvati con il parere contrario del governo riguardavano l’apertura delle buste nelle gare d’appalto e l’applicazione della spending review nelle Spa pubbliche e nelle società controllate in perdita. Il Pdl ha votato a favore degli emendamenti, il Pd ha seguito il parere del governo, anche se quest'ultima proposta era stata firmata anche da deputati democratici.

Incontro governo-regioni

Poco dopo le 18 ha preso il via, a palazzo Chigi, l'incontro tra il presidente del Consiglio, Mario Monti, e una delegazione della Conferenza delle Regioni guidata dal vicepresidente e governatore del Molise, Michele Iorio. Sul tappeto i fondi che il governo deve trasferire alle Regioni per assicurare la gestione di sanità e trasporto pubblico locale, a fronte dei tagli previsti dalla spending review.

Presenti anche i ministri allo Sviluppo economico Corrado Passera, agli Affari regionali, Piero Gnudi, dell'Interno, Annamaria Cancellieri, della Salute, Renato Balduzzi, della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà.

 

 

 

 

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