Riceviamo e pubblichiamo:
I consiglieri comunali che siano lavoratori dipendenti non ricevono bonifici per rimborsi spese da parte del Comune di Bologna.
I rimborsi per le assenze sono bonificati dal Comune di Bologna direttamente al datore di lavoro, in virtù di un rapporto tra loro, di cui il consigliere non ha né visibilità né controllo e comunque corrispondono al costo del lavoratore per il datore e non quanto poi effettivamente percepito dal lavoratore/consigliere, come peraltro viene fatto risultare, sia nel titolo che nel testo, dell’articolo di cui alla presente rettifica.
I consiglieri non possono impedire al datore di lavoro di richiedere i rimborsi per le loro ore di assenza né possono imporgli la rinuncia a tali somme. L’unico modo dato al dipendente, perché ciò non avvenga, consisterebbe nel non giustificare le proprie assenze con l’attività istituzionale, con ciò mettendo a rischio il proprio rapporto di lavoro.
I permessi retribuiti coprono solo le ore espletate nel corso del Consiglio Comunale e Commissioni. La “lettura delle carte e tutto il resto” citati nell’articolo nell’esclusi.
Il Consigliere Ing. Marco Piazza pertanto, ritenendosi diffamato perché lo si incolpa di “prendere qualcosa in una misura che non prende”, nonché di “non rinunciare a qualcosa a cui non può rinunciare e di cui non può imporre ad altri la rinuncia”, in quanto tali somme semmai spettano al datore di lavoro per i costi sostenuti e non al dipendente, il che equivarrebbe ad instaurare una nuova e singolare lotta di classe, si riserva ogni diritto ed azione, nei confronti dei soggetti responsabili (Editore, Direttore, e Giornalista per quanto di rispettiva competenza) nelle più opportune sedi.
Avvocato Giorgio Muccio
Il sistema funziona in tutta Italia. Anche a Bologna, la città che da decenni sbandiera una sua presunta diversità. E perfino fra i grillini che della lotta alla casta e ai suoi odiosi privilegi hanno fatto la loro bandiera. Se sei dipendente, pubblico o privato non fa differenza, e non hai tempi di andare in ufficio perché le tue ore sono mangiate dagli impegni in consiglio comunale - ma anche provinciale o regionale, guai a discriminare qualcuno e qualcosa - dalle sedute, dalle commissioni, dalla lettura delle carte e tutto il resto, non c'è problema. Sarà il Comune a pagarti lo stipendio o quella frazione della retribuzione che manca all'appello. Anzi, l'ente si sostituirà al datore di lavoro anche per l'adempimento di tutti gli oneri contributivi e previdenziali. Perfetto. La norma, una pensata di D'Alema nell'anno di grazia 2000, ha una sua ratio, ma il risultato pratico è sotto gli occhi ormai scettici di tutti: rimborsi per tutti. Anche per i grillini che un giorno sì e l'altro pure intingono il dito nell'inchiostro dell'indignazione.
Anche i grilini di Bologna. Come Marco Piazza, ingegnere, classe 1972, tecnico alla Zucchetti Axess spa. Dalle carte che Antonio Amorosi ha estratto dal database di Palazzo d'Accursio e pubblicato sul sito di Affari italiani si evince che pure Piazza ha preso il suo rimborso. Ventunmilacentocinquantadue euro, anzi 21.152,86 per il periodo compreso fra febbraio e luglio 2012. Non proprio spiccioli; anzi, a fare due calcoli, si può vedere che la cifra è pari, a spanne, a 3.500 euro al mese. Uno stipendio non proprio popolare. Dunque, in totale più di ventimila euro, prontamente bonificati da Palazzo d'Accursio al consigliere che contesta il sistema per permettergli di recuperare la sua retribuzione completa.
Lo stesso meccanismo descritto ieri dal Giornale per Federica Salsi, altra componente della pattuglia del Movimento Cinque Stelle sbarcata nel 2001 a Palazzo d'Accursio e guidata dal capogruppo Massimo Bugani. Anche Federica Salsi, apparsa martedì sera a Ballarò e strigliata da Beppe Grillo che non gradisce le apparizioni televisive dei suoi discepoli, ha ottenuto i canonici rimborsi, per le assenze più che giustificate dal luogo di lavoro, in questo caso dall'azienda del marito. Solo che nel suo caso si tratta di una «paghetta» modesta, circa 400 euro al mese, secondo le indiscrezioni che filtrano dal municipio, impenetrabile come ai tempi della guerra fredda. Grillo ha puntato la consigliera come un birillo da abbattere: «I talk show - ha scritto su suo blog - sono il vostro punto G». Così le scintille e il dibattito sulla democrazia zoppa del Movimento che non vuole diventare un partito, hanno oscurato le più prosaiche vicende legate ai soldi. Anche i grillini, inquilini nuovi e forse pure un po' spaesati del Palazzo, fanno parte del sistema. Pure loro si siedono sulle leggi, anche quelle che più colpiscono l'opinione pubblica, anche loro accettano gli oboli di Stato. Come ha fatto Federica Salsi, che lavora per il consorte. E come Marco Piazza della Zucchetti Axess, specializzata nel settore della sicurezza e videosorveglianza. E naturalmente le retribuzioni si sommano ai gettoni guadagnati sul campo in consiglio comunale. A Bologna circa 1.
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