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Il grillino Riccardo Tucci a processo per frode fiscale

Il prossimo 11 luglio inizierà il processo per il deputato M5s: secondo l'accusa avrebbe consentito all'ex socio di evadere le tasse con fatture false

Il grillino Riccardo Tucci a processo per frode fiscale

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Cattivi tempi per i giustizialisti, in particolare per quelli a cinque stelle. Il prossimo 11 luglio infatti inizierà il processo per il deputato grillino Riccardo Tucci: secondo quanto ricostruito dall'accusa, avrebbe consentito al suo ex socio di evadere le tasse emettendo fatture per 701mila e 500 euro per “operazioni oggettivamente inesistenti”. Come riportato dal Fatto Quotidiano, il gup Barbara Borelli ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Vibo Valentia guidata da Camillo Falvo. Quest'ultimo, nel gennaio del 2021, aveva disposto il sequestro preventivo di oltre 800 mila euro nell'ambito dell'indagine per frode fiscale.

Il pentastellato Tucci a processo per frode fiscale

Insieme al parlamentare pentastellato, rinviati a giudizio il cugino Adriano Tucci, Domenico Garcea e Vincenzo Maria Schiavello. In base a quanto ricostruito attraverso le indagini coordinate dal pubblico ministero Concettina Iannazzo, Tucci e gli altri tre devono risponde dell'accusa dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo e emissione di fatture per operazioni inesistenti. L'inchiesta ha posto l'accento su una "complessa, insidiosa ed articolata frode fiscale" messa a punto da Schiavello, ex socio del grillino e titolare della Autoelettrosat.

Tucci è imputato in quanto “legale rappresentante della cooperativa ‘Assistenza servizi telematici satellitari’”. La Guardia di finanza ha acclarato"la verosimile esistenza di un complesso meccanismo di frode fiscale messo in atto attraverso l’utilizzo di società ‘cartiere’, apparentemente terze rispetto alla società verificata”. Tra queste, la cooperativa sopra citata di proprietà Tucci: dopo l'elezione a parlamentare della Repubblica, il cugino Adriano ha assunto la carica di amministratore unico della società che ha continuato a prestare“i relativi servizi esclusivamente in favore della società verificata e della ditta individuale di Schiavello”.

Le Fiamme Gialle hanno acceso i riflettori sulla sussistenza di un'unica realtà imprenditoriale"avente quale effettivo dominus Schiavello Vincenzo Maria che, grazie allo schermo di società formalmente terze, mediante emissione di fatture per operazioni inesistenti e le conseguenti fraudolente dichiarazioni, ha acquisito profitti illeciti". Per gli investigatori l'obiettivo sarebbe stato quello di consentire alla società di proprietà Schiavello e alla sua ditta individuale di dedurre - ai fini delle imposte sui redditi e dell'Irap - l'imponibile delle fatture emesse dalle coop. Così, inoltre, da ridurre il reddito fiscale da sottoporre a tassazione. Secondo i pubblici ministeri, il parlamentare M5s si sarebbe prestato a questo strategemma dall'ottobre del 2014 al febbraio del 2018 e avrebbe così evaso le tasse con la sua società.

Le cifre in ballo sono significative: tra tutte le società cartiere, l'inchiesta avrebbe accertato l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo di oltre 3 milioni di euro.

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